“Libertà, verità e impegno” | Ecco il premio Francese

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06 Febbraio 2020, 15:21

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PALERMO – Nel giorno in cui Mario Francese avrebbe compiuto 95 anni, la celebrazione del premio nazionale di giornalismo dedicato a lui e suo figlio Giuseppe ‘parla’ di libertà e verità. Durante la kermesse condotta da Luigi Perollo e Lidia Tilotta al Real Teatro Santa Cecilia, parole forti ed evocative come “memoria” e “impegno” vengono rimarcate da chiunque prenda la parola sul palco. Un compleanno che sarebbe stato festeggiato in altro modo se la mafia non avesse spezzato bruscamente la vita del cronista, ma che porta comunque “a fare un inno alla vita” partendo da un “perfetto esempio di uomo libero”, come sottolinea il sindaco di Palermo Leoluca Orlando.

Ne parla in apertura Carlo Verna, presidente del consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, ricordando che “la memoria è un dovere e salda la storia dei martiri della libertà. Questo premio – aggiunge – unisce martiri della libertà e testimoni di verità, ma è anche un richiamo alla responsabilità. È un premio anche per tutti coloro che fanno il loro dovere”. Così anche Giulio Francese, figlio di Mario e presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, rivolgendosi direttamente ai più giovani che definisce “protagonisti non del domani ma già dell’oggi. Noi – aggiunge – abbiamo il dovere della chiarezza, della responsabilità e della verità, di far capire fino in fondo cos’è stata la mafia e quali ferite ha lasciato nelle famiglie e nella nostra società, ma anche che ci sono stati uomini che non si sono girati dall’altra parte e hanno combattuto la loro battaglia. Questo momento lo consideriamo una ‘marcia di avvicinamento’ verso la manifestazione del 21 marzo organizzata da Libera in onore delle vittime della mafia, che torna a Palermo dopo tanti anni”.

PREMIO FRANCESE, LE FOTO DELL’EVENTO

Poi un video che racconta un Mario Francese inedito, nelle vesti di primo presidente del consiglio d’istituto della scuola Marconi dove fu rappresentante dei genitori. Sotto la sua ‘guida’ venne realizzata una polisportiva all’interno dell’istituto, venne favorito il baseball, si crearono le basi per il giornalino scolastico e l’acquisto di una cinepresa. Fino al verbale del consiglio datato 5 marzo 1979, il primo dopo l’omicidio, nel quale è annotato che durante la riunione furono osservati cinque minuti di silenzio. Ma Mario Francese continua a far ‘rumore’: in suo onore verrà riqualificato uno spazio pedonale vicino alla scuola Pecoraro, piazza Mario Francese, e al figlio Giuseppe verrà intitolata una strada. L’idea è della VI Circoscrizione del Comune di Palermo che si è avvalsa del proprio Comitato educativo, una rete fra le istituzioni e il mondo dell’istruzione.

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Le premiazioni si aprono con la menzione speciale per il giornalista siracusano Gaetano Scariolo, divenuto un personaggio scomodo per i suoi articoli pubblicati sul Giornale di Sicilia tanto da subire anche l’incendio dell’automobile. “Mi ha sempre motivato il suo stile asciutto ma mai banale – dice Scariolo di Mario Francese –, brillante ma non enfatico, attuale in un momento come quello di oggi, per raccontare con sobrietà la verità. E poi c’è un altro aspetto importante che lo riguarda: era capace di mettere nero su bianco la verità, unendo tutti i puntini. Quello che succedeva a Palermo in quegli anni lo vedevano tutti, ma era difficile proprio unire quei puntini”.

Il premio Giuseppe Francese va a Tullio Filippone, giovane collaboratore della testata La Repubblica Palermo: dalla sua penna è emerso il caso della professoressa Rosa Maria Dell’Aria (anche lei presente all’evento). “Sono onorato doppiamente – dice Filippone – perché la storia non è solo quella personale di un’insegnante che fa bene il suo dovere, ma anche quella di un’insegnante punita perché cercava di sviluppare lo spirito critico nei ragazzi nel pieno rispetto della Costituzione. Dedico questo premio ai miei colleghi giovani e precari che credono che storie come questa possano diventare qualcosa di importante”. “Qui non è in gioco la mia vicenda personale – gli fa eco Dell’Aria – ma la scuola, la democrazia. Nessuno deve toglierci questa bella Costituzione, e tutti siamo chiamati a vigilare e difenderla”.

Il premio Mario Francese quest’anno si è sdoppiato: i vincitori sono Umberto Santino, fondatore nel 1977 del Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato, e Nello Scavo, giornalista di Avvenire. “Ho conosciuto e apprezzato Mario Francese per la sua analisi e la sua capacità di predizione – commenta Santino – e anche con Giuseppe (Francese,ndr) ho avuto un bellissimo rapporto. Come Giuseppe, bisogna mettersi la montagna sulle spalle e proseguire. Considero premio lo considero alla carriera, un premio a un modo di fare antimafia antipodico, dicendo cose scomode”. “Sono stato molto fortunato – afferma invece Scavo – perché ho un direttore e un editore che mi hanno coperto le spalle. Il premio non è un riconoscimento ma un mandato: Mario Francese non è un santino che puoi mettere in tasca, questo è uno di quei riconoscimenti che devi meritarti da domani”.

Largo anche ai giovanissimi partecipanti al concorso cinematografico “La memoria contro la mafia”, nell’ambito dello Spazio scuola 2020 del premio Francese: Ognuno degli istituti coinvolti ha realizzato un cortometraggio da sottoporre a una commissione, che alla fine ha premiato “Vittime di giustizia” del liceo classico Ugo Foscolo di Canicattì. “Ai ragazzi che non hanno ricevuto il premio dico che sono tutti vincitori, e hanno partecipato a un primo passo importante”, è l’incoraggiamento di Giulio Francese in chiusura, nel rinnovare l’invito alla prossima manifestazione di Libera.

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06 Febbraio 2020, 15:21

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