23 Ottobre 2014, 12:31
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CATANIA – Vivono come prigionieri in casa i coniugi Basile al decimo piano dell’ edificio al viale Castagnola 2, in cui abitano ormai da circa 15 anni. Il marito Giuseppe Basile, (55 anni) nel gennaio scorso viene colpito da un’ischemia, dopo il coma si riprende lentamente, ma perde l’uso delle gambe e rimane in carrozzina con arto superiore bloccato. Il palazzone di 13 piani ormai fatiscente è di proprietà dell’Istituto Autonomo Case Popolari e gli ascensori sarebbero fuori uso già da un bel po’ di anni. Insomma, un classico del quartiere Librino. Come se non bastasse il signor Basile non è l’unico disabile bloccato in casa, perché nell’immobile vivono in totale circa 80 famiglie e risulterebbero molti i soggetti disabili o comunque affetti da patologie gravi tali da necessitare l’uso di un elevatore per entrare ed uscire di casa.
Nel corso di tutti questi anni, fino ad oggi, i residenti per evitare le scale sono stati costretti ad usare un vecchio montacarichi non omologato, il quale non riuscendo a sostenere l’eccessivo utilizzo si guasterebbe almeno una volta a settimana. “Lunedì – racconta Giuseppe Basile – avevo un controllo medico importante ma non ho potuto recarmi in ospedale perché il montacarichi non funzionava. Praticamente è come se fossi sequestrato in casa. E comunque quel montacarichi lo utilizziamo perché siamo costretti ma non è conforme alla legge, non è sicuro. Se dovesse bloccarsi mentre mi trovo lì dentro sarebbe un bel guaio”.
Ma la battaglia della famiglia Basile è iniziata già da molti anni e a riguardo ci sarebbe anche una denuncia. Il signor Giuseppe, infatti, lotta perché vengano riparati gli ascensori da ancora prima che lui si trovasse improvvisamente in una sedia rotelle. La denuncia sarebbe stata presentata nel 2009, anno in cui la moglie Giuseppa Maria Distefano si ammalò. Già da allora i dieci piani di scale rappresentavano una “galera”. “Non abbiamo – raccontano – mai avuto nessun riscontro dopo la nostra denuncia. Tutto è rimasto uguale, mai nessuno si è interessato”.
E i problemi non finirebbero qui. Di recente, infatti, nel palazzo è stata finalmenteinaugurata, alla presenza dell’assessore ai Lavori Pubblici Luigi Bosco, una scivola per
agevolare l’ingresso e l’uscita dall’immobile dei disabili. Tuttavia, a detta della famiglia Basile, la scivola sarebbe stata costruita male e il passaggio ogni volta si trasformerebbe in una vera impresa, anche perché il signor Giuseppe è un uomo molto alto e di corporatura robusta. “Quella scivola è ripida ed angusta. – racconta la figlia Santa Basile – . E’ un pericolo per mio padre e per me che spingo la carrozzina”.
A lanciare l’appello e a contattarci è stata proprio la figlia del signor Giuseppe. “Non si può far credere – afferma Santa – di aver fatto una cosa utile per i condomini affetti da disabilità quando poi c’è un serio problema alla base, cioè l’assenza di ascensore. Noi abitiamo al decimo piano e mio padre si trova su una sedia a rotelle, è come se vivesse agli arresti domiciliari. Non posso nemmeno portarlo in ospedale per dei controlli fondamentali. Non possiamo più andare avanti così. – dice – Questi palazzi a Librino sono abbandonati e ridotti in condizione di totale degrado. Non è decoroso farci vivere così. Abbiamo bisogno di aiuto, siamo stanchi di vedere che per Librino non migliora mai nulla e ci si ricorda di questo quartiere – affonda – sono nel periodo delle campagne elettorali”.
Ma l’assessore Bosco interviene per precisare alcuni aspetti della vicenda. “Io non ero assolutamente presente all’inaugurazione (non mi risulta neanche che ci sia stata) e la scivola rispetta la normativa in materia. Il progetto esecutivo è dell’IACP. Ma posso solo dire che alcuni abitanti della palazzina sono stati felicissimi della realizzazione della scivola e personalmente ho provato una grande emozione nell’apprendere la gioia di molti condomini finalmente liberi di accedere e uscire dal palazzo in maniera agevole. Per quanto riguarda gli ascensori la risoluzione del problema non è di competenza mia e del comune ma dell’Iacp. Mi dispiace per i disagi della famiglia Basile, io non ne ero a conoscenza”.
INTERVIENE L’ASSOCIAZIONE CODICI. “Raccogliamo il grido d’aiuto disperato della figlia di Giuseppe Basile, il disabile costretto a stare su una sedia a rotelle a causa di un ictus e che dal 2009 è letteralmente segregato nella propria abitazione ubicata al decimo piano, per colpa del fatto che nel palazzo ove abita al viale Castagnola 2, di proprietà dello IACP, da anni gli ascensori sono fuori uso impedendo di fatto al signor Basile di poter uscire di casa. Per questo motivo depositeremo un esposto alla Procura della Repubblica per chiedere di far luce su questa assurda vicenda” lo afferma Manfredi Zammataro, segretario regionale dell’Associazione Nazionale dei Consumatori CODICI (Centro per i Diritti del Cittadino) secondo il quale “la vicenda di Giuseppe Basile è purtroppo solo la punta di un Iceberg in quanto sono numerosissimi i cittadini anziani e disabili costretti a subire ogni giorno in silenzio inefficienze, disservizi e soprusi da parte di Enti ed Istituzioni che spesso sembrano sorde e cieche difronte ai problemi della gente. Per tale ragione -prosegue Zammataro- siamo disposti ad offrire assistenza legale gratuita al signor Basile e alla sua famiglia per la tutela dei propri diritti e pertanto, invitiamo la figlia di Giuseppe Basile a mettersi in contatto con noi
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23 Ottobre 2014, 12:31