21 Giugno 2016, 17:22
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PALERMO – Restano gravi le condizioni di Claudio D., l’uomo di 39 anni che ieri si trovava sulla Vespa Piaggio insieme ad Umberto Virgilio, morto stanotte in ospedale. L’impatto che ieri mattina si è verificato in corso Calatafimi, poco dopo la via Pollaci, non ha lasciato alcuna speranza al 45enne ed ha provocato ferite vertebrali molto gravi al passeggero dello scooter, che dall’ospedale Ingrassia è stato trasferito al trauma center di Villa Sofia. Si trova in prognosi riservata e potrebbe essere sottoposto ad un delicato intervento chirurgico.
Non c’è stato nulla da fare, invece, per Virgilio, che lascia la moglie e due figli, di 7 e 2 anni. Le speranze si sono spente stanotte, quando i medici della seconda Rianimazione del Civico hanno accertato la morte cerebrale: hanno tentato in tutti i modi di strappare alla morte il 45enne, ma le sue condizioni sono precipitate. La Vespa su cui viaggiava, in base alla ricostruzione della polizia municipale, è finita sotto una Ford Focus dopo l’impatto con una Mercedes.
Una dinamica sin da subito poco chiara, per la quale ricostruzione le indagini sono in corso per accertare le responsabilità dei due automobilisti: al volante della Mercedes, che proveniva da via Titina de Filippo, c’era A.D, un palermitano di 74 anni, mentre la Ford era guidata da una cinquantenne, O.G. Indagini nelle quali potrebbero essere fondamentali le telecamere che si trovano nella zona, a partire da quelle di alcuni esercizi commerciali.
Di certo c’è che il ciclomotore stava percorrendo corso Calatafimi in direzione di piazza Indipendenza e che la Mercedes si è scontrata frontalmente col mezzo, finito poco dopo contro la Focus. Un impatto violentissimo che ha scaraventato i due motociclisti per terra ed ha trascinato la vespa sotto le ruote della seconda macchina. la vita di Umberto Virgilio si è così spezzata. Per ventiquattro ore ha lottato contro la morte, amici e parenti hanno sperato in un miracolo, dietro alla porta del reparto dell’ospedale Civico.
Poi la terribile notizia e lo strazio per la moglie Antonella e per i due bambini, travolti da una tragedia a cui ancora sembra impossibile credere. Il 45enne era un muratore. “Ma si arrangiava con vari lavori – racconta un amico di famiglia – perché non voleva mancasse mai nulla ai suoi piccoli. Se capitava faceva il fattorino, il lavapiatti, qualunque cosa pur di portare a casa qualcosa in più. Anche la moglie conosce bene lo spirito di sacrificio: due ragazzi umili, educati, che amano i loro figli. Spero tanto la famiglia trovi adesso la forza di andare avanti, perché nonostante mille difficoltà erano felici, ma adesso, senza Umberto, tutto sarà terribilmente diverso”.
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21 Giugno 2016, 17:22