L’incidente mortale alla Favorita| Il giorno dell’addio ad Igor

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24 Ottobre 2014, 14:51

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PALERMO – E’ il giorno dell’addio, delle lacrime, dei ricordi che si rincorrono tra gli amici di Igor. Più di duecento persone hanno affollato la chiesa del cimitero di Sant’Orsola, stamattina, per dare l’ultimo saluto al ragazzo che ha perso la vita nel tragico schianto avvenuto all’alba di ieri alla Favorita.

Igor Accardo Palumbo è stato accompagnato nel suo ultimo viaggio da decine di amici motociclisti: il corteo ha seguito l’auto con la salma fino alla chiesa, dove la madre e la sorella del giovane si sono strette in un lungo abbraccio prima di entrare. Entrambe sono state circondate dai parenti a da tutti coloro che con Igor avevano condiviso momenti indimenticabili, anni scolastici, il periodo all’Accademia delle Belle Arti o il lavoro da animatore nei villaggi turistici.

Il ragazzo è stato ricordato in queste ore come un giovane brillante, socievole, che sapeva intrattenere con la sua battuta sempre pronta e la sua ironia. “Stavo per svenire ieri – sussurra Giovanna, un’amica del 27enne – quando ho saputo cosa gli era successo. Siamo tutti sconvolti, vorremmo potere tornare indietro ed impedirgli di salire su quell’auto”. Una macchina andata completamente distrutta, quella su cui si trovava Igor. In viale Margherita di Savoia, all’altezza di via Mater Dolorosa, si è schiantata contro un palo dell’illuminazione pubblica e poi contro un albero. L’impatto ha ucciso il giovane sul colpo.

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“Ma non dobbiamo disperare – ha detto durante l’omelia padre Angelo Li Calzi – perché l’amore non muore. Questo giovane, se ora potesse parlare, ringrazierebbe Dio. Lo farebbe perché vedrebbe quello che adesso sto vedendo io: centinaia di amici che gli volevano bene, che piangono per lui. Una madre e una sorella che lo amavano e un padre che, fino a sei mesi fa, gli era stato sempre al fianco”. Igor aveva infatti perso il papà ad aprile e quella che l’ha strappato dalle braccia dei suoi cari rappresenta la seconda tragedia per la sua famiglia nel giro di pochi mesi.

“Non abbattiamoci, troviamo la forza – ha proseguito il sacerdote – perché la speranza di incontrare i nostri cari, un giorno, deve essere motivo di gioia e di celebrazione quotidiana della vita e dell’essere uomini con dignità. Igor, adesso, ha incontrato il suo papà”. Il feretro coperto da decine di mazzi di fiori e ghirlande è poi uscito dalla chiesa tra gli applausi. “Non lo dimenticheremo mai – dice l’amico Manfredi tra le lacrime – oggi è un giorno straziante per tutti noi, ma so che col tempo il suo ricordo vivrà nel nostro cuore con la stessa gioia che ci trasmetteva il suo sorriso”.

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24 Ottobre 2014, 14:51

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