22 Aprile 2021, 15:05
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PALERMO – “Me ne fotto della telecamera e ti riempio di botte”. E giù con gli schiaffi e gli spintoni. Il tutto condito da insulti: “sei un porco”; “cosa inutile, te ne devi andare perché le chiavi qua ti tiro. Oh vattene, lo sai che te li’ do, qua te li do stai attento pezzo di merda che sei”. Un vero e proprio inferno per i pazienti affetti da disabilità spastica ospitati nel centro residenziale nel quartiere Brancaccio di Palermo, che in questo luogo avrebbero dovuto trovare assistenza. Ed invece di essere accuditi venivano picchiati e maltrattati da cinque operatori socio-sanitari.
A tutto questo hanno posto fine i carabinieri della stazione di Brancaccio: per tre sono scattati gli arresti domiciliari, due invece sono sottoposti all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria con contestuale “divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalle persone offese”
Il provvedimento è stato disposto dal gip di Palermo su richiesta della procura della Repubblica, a coordinare le indagini il procuratore aggiunto Laura Vaccaro, che dirige il dipartimento “fasce deboli”. Le indagini sono scattate a gennaio e i militari hanno piazzato cimici e video camere nella struttura, assistendo in diretta al supplizio quotidiano subito dai pazienti disabili.
I video sono terrificanti e mostrano soggetti indifesi sottoposti a angherie e atti di violenza, per certi versi inspiegabili. Ma sicuramente non tollerabili. I militari – in accordo con i magistrati – mentre monitoravano i fatti avevano comunque una pattuglia allertata, pronta ad intervenire h-24.
“Una serie di condotte – si legge nel provvedimento del gip, Giuliano Castiglia – che ingeneravano nelle vittime un grave stato di paura e di timore per la propria incolumità fisica unitamente a creare, anche tra i pazienti che assistevano alle violenze perpetrate in danno degli altri ospiti, un clima diffuso di sopraffazione, prevaricazione e vessazione che rendeva impossibile la prosecuzione della convivenza”.
Alcuni degli indagati sono accusati inoltre di non avere impedito, in diverse e numerosi occasioni, pur avendo l’obbligo giuridico di’ intervenire, che i pazienti compissero atti di autolesionismo. Severa la conclusione del gip, secondo cui“ siamo in presenza da parte dei 5 indagati, sia pure a diverso livello di intensiva offensiva, di un ricorso continuo e sistematico alla vessazione e sopraffazione degli ospiti del Centro residenziale ove gli stessi indagati prestano servizio, ospiti in danno dei quali risulta instaurato un regime di vita abitualmente doloroso e avvilente, regime di vita che le persone offese subiscono impotenti”.
Calci, pugni, tirate d’orecchi, facce battute al muro, schiaffi al volto e sulla nuca nei confronti degli ospiti-pazienti non in grado di deambulare e affetti da evidenti difficoltà motorie e manuali. Tti violenza scattati solo – per esempio – perché uno di loro non riusciva a vestirsi da solo. “Condotte che cagionavano nelle vittime – afferma il gip- sofferenze fisiche e morali tali da rendere mortificante, intollerabile e vessatoria la loro permanenza all’interno della suddetta struttura, ingenerando una condizione di costante terrore per la propria incolumità fisica, unitamente a creare, anche tra i pazienti che assistevano alle violenze perpetrate in danno degli altri ospiti, un clima diffuso di sopraffazione, prevaricazione e vessazione che rendeva impossibile la prosecuzione della convivenza”.
Le indagini sono scattate dopo la denuncia, nel gennaio scorso, da parte del presidente dell’associazione che gestisce la struttura e che aveva appreso di lesioni e traumi riportate dai pazienti-ospiti del centro residenziale di Brancaccio.
Le immagini – sia dell’impianto di video sorveglianza sia le telecamere piazzate dai carabinieri – parlano chiaro, a supporto del reato contestato di maltrattamenti. Lo ribadisce anche il gip, descrivendo uno degli episodi di violenza, avvenuto il 29 gennaio scorso: “ Anche in questo caso, al di là di quanto riportato nelle note informative agli atti e nella stessa richiesta… nulla può dar conto dell’accaduto meglio della visione diretta delle immagini. A un certo punto (alle 22:30), mentre due degli indagati stanno sollevando di peso un paziente che ha le mani appese alle barre laterali di un letto, uno di loro gli afferra il capo spingendolo violentemente, comprimendogli il collo, a mo’ di tentativo di soffocamento – scrive il gip – contro la più alta delle barre laterali del letto, poi aiutandosi per dare maggiore forza alla spinta, anche con l’altra mano, proseguendo per qualche attimo nell’azione dì compressione”. L’altro indagato contribuisce sostenendo il paziente disabile. Subito dopo i due mollano il paziente facendolo crollare a terra.
Qui oltre alle immagini ci sono anche le intercettazioni ambientali che forniscono l’audio a questa azione spregevole: “Minchia ti giuro – dice uno degli indagati – me ne fotto della telecamera e ti riempio di botte”.
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22 Aprile 2021, 15:05