L’incubo di una turista derubata |”Non tornerò più a Catania”

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05 Agosto 2016, 06:05

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CATANIA – Dov’è l’hospitalitas catanese, dov’è? Semplicemente non c’è, non c’è più. Lo diciamo con rammarico e anche un pizzico di vergogna. Non si può non provare altro sentimento che questo dopo aver letto la testimonianza choc di una turista toscana prima ammaliata dalle bellezze di Sicilia e poi derubata (e nel vero senso della parola). Per carità, non è né il primo né sarà l’ultimo caso del genere. La verità è che forse ci stiamo abituando un po’ troppo ad un certo modo di procedere, tanto da non scandalizzarci più tanto davanti a fin troppi episodi criminali. Ed è appunto questo il guaio. E non tanto per il danno d’immagine – in fondo, ci sono italiani a cui hanno rubato il portafoglio addirittura dentro il Louvre e nessuno di loro intende dimenticare Parigi – ma per quello meramente economico e di sistema: sono davvero tanti e competenti gli operatori del settore turistico qui a Catania, tanto che è davvero un peccato sapere che ci sono altri catanesi in contemporanea a operare con ostinazione affinché il lavoro “sano” degli onesti sia calpestato e umiliato. E allora diciamolo: i soldo rubati no, non portano alcuna ricchezza, non portano dignità. Semmai imbarazzo.

LA LETTERA

“Salve, mi presento, mi chiamo Margherita Poggioni e sono una maestra della Scuola dell’Infanzia di Sinalunga in provincia di Siena. Le scrivo per informarLa di un fatto molto spiacevole successo nella Sua città cioè Catania, a me e al mio compagno. Il giorno 26 luglio 2016 è stato l’ultimo giorno di vacanza e avevamo il volo di ritorno con partenza dall’Aeroporto “Fontanarossa” alle ore 20.05; pertanto impossibilitati a lasciare i nostri bagagli nella struttura ricettiva da noi scelta in quanto la stanza doveva essere liberata per l’arrivo di altri ospiti, abbiamo caricato le nostre valige e borse nel bagagliaio dell’auto. Premetto che la macchina era stata presa a noleggio presso la Soc. Inter Rent Europe Car presso l’aeroporto di Catania ed era una Fiat Panda di colore nero”.

L’ultimo tuffo. “Alle ore 13.00 con il mio compagno ci siamo recati alla Playa di Catania, più precisamente alla Colonia Don Bosco e abbiamo parcheggiato lungo Viale Kennedy. Alle successive ore 17.30 ci accorgevamo con stupore che ignoti avevano rotto il vetro della portiera anteriore destra e forzato la serratura della portiera anteriore sinistra tanto da bloccarla, sciupato la carrozzeria e i seggiolini della vettura. Notavamo altresì che la mia borsa di colore rosa che avevo riposto all’interno del bagagliaio, era stata presa e gettata sul ciglio della strada, mentre le due valige che si trovavano anch’esse all’interno del bagagliaio era state rubate. Le due valige contenevano indumenti personali, scarpe, souvenirs, un libro preso in prestito alla Biblioteca Comunale di Sinalunga, una tessera Bancoposta, una tessera sanitaria, denaro contante per circa 400 euro, un tablet Samsung Tab3 lite, una fotocamera digitale, i biglietti aerei per la tratta Catania-Roma Fiumicino, il tagliando del parcheggio dell’Aeroporto di Roma Fiumicino e altri effetti personali”.

Finale amaro. “La nostra vacanza, fino ad allora stupenda, ci ha lasciato un ricordo triste, amaro e una grande delusione, perché, avendo viaggiato in molte parti di Italia ed all’estero, mai ci è successa una cosa del genere. Già 2 anni fa eravamo stati in Sicilia, ci era rimasta nel cuore, ed abbiamo deciso di tornarci! Eravamo stati a Castellammare del Golfo, San Vito lo Capo e la zona Occidentale. Come può ben capire, noi non torneremo mai più a Catania e nemmeno potremo consigliarla (anzi tutt’altro) ai nostri amici. Ci siamo sentiti persi, soli, in una città che credevamo Amica e che invece ci ha tradito, cancellando tutti i ricordi belli passati precedentemente”.

Morale delle favola. “Il turismo è una grande ricchezza, ma così facendo il turismo non viene incentivato, ma demotivato al massimo. Anche grazie ai vari parcheggiatori abusivi che si spartiscono ogni angolo della città. I carabinieri ci hanno riferito che queste cose sono normali che accadano a Catania e che è andata bene che non ci abbiano rubato anche la machina. Nella speranza che il nostro articolo porti risultati positivi e possa essere di aiuto a tutti i cittadini onesti ed ai turisti di Catania, e fiduciosi nella pubblicazione di questa lettera, porgiamo cordiali saluti”.

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LA RISPOSTA DI ANTONIO CONDORELLI

“Vittima del pizzo ai posteggiatori”

Gentile professoressa, le scrivo provando vergogna, da catanese, per quello che le è successo. Voglio essere sincero con Lei e svelarle una verità terribile, che tutti conoscono a Catania, comprese le istituzioni.
Non so se ha notato, nella zona in cui ha posteggiato, la presenza di posteggiatori. A Catania sono abusivi e alla Playa già in passato è stato scoperto che i proventi raccolti, ovvero estorti ai cittadini, finiscono nelle tasche della mafia. La consuetudine vuole, a Catania, che migliaia di cittadini paghino il pizzo ai posteggiatori abusivi che, in cambio, assicurano la custodia dell’auto. Non è un obbligo, ma chi posteggia l’auto lungo il viale e non paga il pizzo di solito la trova danneggiata. Pensi che questi signori non pagano tasse, non sono autorizzati e nessuno interviene. La zona balneare della Playa catanese rappresenta il segno dell’indifferenza delle Istituzioni alla mafia e Lei è rimasta vittima di tutto questo: della mafia e delle istituzioni che fingono di non vedere.
La Playa andrebbe militarizzata, lo Stato ha rinunciato a controllare il territorio.
Quindi le esprimo la solidarietà della redazione catanese di Livesicilia e mi piacerebbe rivederla a Catania per farle toccare con mano l’altro volto della città.

Antonio Condorelli
Coordinatore di LivesiciliaCatania

(FOTO DI REPERTORIO)

Pubblicato il

05 Agosto 2016, 06:05

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