24 Dicembre 2015, 12:21
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PALERMO – Rinviata la liquidazione della partecipata regionale “Società patrimonio immobiliare”. Nel corso di un’assemblea straordinaria è stata accolta la proposta del presidente della Regione di subordinare la decisione ad un parere dell’avvocatura dello Stato, invocato dal presidente della società, l’avvocato Vincenzo Lo Re. “Siamo tutti soddisfatti, io per primo assieme ai lavoratori – spiega Lo Re -, per la sensibilità mostrata dal governatore Rosario Crocetta. Bisogna tutelare l’unica partecipata che ha prodotto utili negli ultimi anni”.
Attorno a Spi sembra giocarsi un braccio di ferro tra il governatore Crocetta e l’assessore Baccei. Un braccio di ferro nel quale sono entrati anche alcuni parlamentari siciliani. Una formazione “bipartisan” ha infatti presentato una interrogazione parlamentare contro la scelta dell’assessore di liquidare la società. Nei giorni scorsi Baccei aveva annunciato che “Spi aveva un contratto, ma è scaduto. Se si vuole proseguire, bisognerà fare una nuova gara”.
“Da quando mi sono insediato – aveva spiegato Lo Re – ho compiuto molti interventi di spending review. Quel Piano era stato preparato prima di queste iniziative. Ma non le ha recepite. Anzi – prosegue Lo Re – inizialmente Baccei aveva indicato nella scarsa presenza di personale a tempo indeterminato il motivo alla base della chiusura, poi quando gli è stato dimostrato il contrario, ha fatto riferimento al contratto scaduto”.
Per questo motivo, ha deciso di ricorrere al Tar, supportato dal socio privato della partecipata regionale. La Spi, infatti, è una società mista nelle mani della Regione al 75%, e di un socio privato al 25% rappresentato dalla Psp scarl, guidata dall’immobiliarista di Pinerolo, Ezio Bigotti, tutt’ora in “lite” con la Regione stessa. Il governo Lombardo, infatti, nel 2012 decise di togliere dalle mani della società l’esclusiva gestione del patrimonio immobiliare. Una decisione che ha innescato un contenzioso, ancora in corso. Si sarebbe giunti a un lodo, sulla base del quale la Regione avrebbe dovuto riconoscere una sorta di “buonuscita” alla società di Bigotti.
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24 Dicembre 2015, 12:21