07 Gennaio 2013, 20:35
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PALERMO – La notte porterà consiglio. O accrescerà le distanze. È prevista per questa sera, infatti, la riunione tra i vertici nazionali del partito democratico e i rappresentati siciliani. In particolare, il segretario Giuseppe Lupo, che porterà al cospetto dei leader del Pd le ragioni della Sicilia: no alla pioggia di “esterni” catapultati sulle liste dell’Isola da chissà dove.
Alla riunione dovrebbero prendere parte il coordinatore organizzativo del Partito democratico Maurizio Migliavacca, il vicesegretario nazionale Enrico Letta e il presidente del partito Rosy Bindi. A loro, Giuseppe Lupo ribadirà le richieste della direzione regionale, che ieri ha dato mandato proprio al segretario di fissare i paletti per la formazione delle liste.
E i paletti sono noti: il numero “finale ed effettivo di candidature esterne deve essere inferiore a quelle delle liste del 2008, tenendo conto anche dei capilista”. Per scendere sul terreno dei numeri: gli esterni non potranno essere più di cinque. E ancora, oltre i numeri, ecco anche l’identikit: “Le proposte di candidature esterne devono essere di alto profilo competitivo e non potranno riguardare elettori siciliani del Pd che non abbiano partecipato alle primarie”.
Nei giorni scorsi, non erano mancate le polemiche su alcuni nomi in particolare. A cominciare da quello di Sergio D’Antoni, terminato, dopo le primarie, in una posizione non utile per una elezione. Il politico ex Cisl, però, sarebbe intenzionato a fare un passo indietro e a non richiedere una propria candidatura. Per lui, però, potrebbero aprirsi le porte, in caso di vittoria del centrosinistra, del governo Bersani. E non si spengono le voci di chi non comprende il possibile inserimento di Carlo Vizzini nelle liste del Pd, anche (e non solo) per i suoi precedenti nel Pdl. “Il senatore Vizzini – scrive però oggi il giovane segretario cittadino del Partito socialista, Roberto Sajeva – sarebbe indicato in quota Psi, partito che per accordi nazionali verrà ospitato nelle liste del Pd. Lui – ricorda Sajeva – era segretario del Psdi e Forza Italia al di là delle critiche al berlusconismo, continuava il percorso del Psdi anche se in chiave diciamo…’postmoderna’. Vizzini ha lottato per il testamento biologico e per la legge contro l’omofobia, lasciando il Pdl, divenuto partito di destra incompatibile con la sua sensibilità e storia, quando decise – conclude – di fare di questioni di coscienza questioni di dottrina di partito”.
E non si attenua, sul fronte candidature, nemmeno l’eco proveniente da Gela, condita da accuse di brogli, scagliate dall’ex presidente della Commissione antimafia Lillo Speziale, “superato” per pochi voti dalla deputata nazionale Daniela Cardinale, figlia dell’ex ministro Salvatore. Oggi l’esame del ricorso di Speziale sulle presunte irregolarità è saltato a causa della mancanza del numero legale nella Commissione di garanzia. Al punto da spingere l’ex deputato a parlare di “golpe”. Secca la replica della Cardinale: “Si calmi, e accetti il risultato”. Sarà la notte, anche in quel caso, probabilmente, a placare gli animi. O a regalare nuove scosse al Pd siciliano.
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07 Gennaio 2013, 20:35