"L'istituto Bellini come bancomat" |The Band, processo abbreviato - Live Sicilia

“L’istituto Bellini come bancomat” |The Band, processo abbreviato

La pm ha formulato le richieste di pena per i 5 imputati che hanno optato per il rito alternativo.

udienza preliminare
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CATANIA – L’istituto musicale Vincenzo Bellini sarebbe stato per diversi anni il bancomat personale del gruppo criminale, composto da dirigenti e dipendenti, scoperto dalla Guardia di Finanza che ha condotto una delicata inchiesta partita da una precisa denuncia. Le casse del conservatorio sarebbero state svuotate attraverso un preciso sistema illecito fatto di falsificazioni di registri e documentazione inerente presunte forniture. Il blitz, scattato lo scorso maggio 2017, ha portato all’arresto di 23 persone. In totale gli iscritti nel registro degli indagati sono stati 38. Le accuse a vario titolo sono di peculato continuato, ricettazione, riciclaggio e associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio.

Sono solo cinque gli imputati del processo, scaturito dall’inchiesta The Band, che hanno optato per il rito abbreviato: Lea Marino, Vita Marina Motta, Maria Francesca Romano, Salvatore Gino Consoli e Daniela Distefano. Oggi la pm Monia Di Marco ha formulato, al termine della requisitoria le richieste di condanna. Sulla pena chiesta al Gup Simona Ragazzi ha avuto un peso specifico il comportamento processuale tenuto da alcuni imputati e anche la scelta del risarcimento del danno arrecato all’istituto musicale Vincenzo Bellini. Sono 4 anni gli anni chiesti nei confronti di Lea Marino e Vita Marina Motta, 1 anno e 8 mesi nei confronti di Maria Francesca Romano e 1 anno e 6 mesi per Consoli e Distefano. La pm ha chiesto inoltre la confisca di tutti i beni oggetti di sequestro. Già fissate dal Gup le altre due udienze in cui si svolgeranno le arringhe dei difensori. Gli avvocati discuteranno il 17 settembre e il 18 ottobre. Gli altri imputati saranno processati con il rito ordinario.

L’INCHIESTA –  L’indagine della Guardia di Finanza è scattata dopo la denuncia del direttore amministrativo dell’Istituto Bellini che si è accorto di alcuni pagamenti anomali e di importi esorbitati sborsati a favore di alcuni dipendenti. I finanzieri hanno iniziato a svolgere una serie di accertamenti contabili e amministrativi e hanno scoperto – anche grazie alle intercettazioni – che l’ex responsabile della ragioneria Giuseppa Agata Carruba e il marito (e imprenditore) Fabio Marco avevano orchestrato un sistema illecito che aveva portato per diversi anni a “saccheggiare” i fondi del conservatorio catanese dedicato al “cigno”.


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