19 Agosto 2018, 16:36
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CATANIA – È critico lo stato di salute dell’Istituto superiore musicale Vincenzo Bellini di Catania. Troppi i guai che lo hanno direttamente o indirettamente coinvolto negli ultimi tempi. Prima lo scandalo dell’inchiesta giudiziaria “The band” – che ha svelato le ruberie perpetrate negli anni da una parte di ex dipendenti – e infine l’ipotesi di dissesto finanziario del Comune di Catania, uno dei due enti da cui l’istituto dipende a livello economico. Risultato: oggi versa in una gravissima condizione di grave crisi economica e finanziaria che preoccupa i vertici. A rischio sono già gli stipendi di agosto nonché l’avvio del nuovo anno accademico. Nelle casse mancano i finanziamenti da parte del Comune e della Città metropolitana. La legge attuale prevede, infatti, che questi due enti si facciano carico dei debiti pregressi. A delinearci un quadro è la presidente del Cda, dell’Istituto Graziella Seminara.
“Da questo momento – afferma – noi ci troviamo totalmente scoperti. Siamo di fronte a una una grave crisi di liquidità”. La recente sentenza della Corte dei Conti sulla sussistenza delle condizioni di dissesto finanziario ha infatti aggravato la situazione, bloccando di fatto i trasferimenti ai servizi non essenziali da parte del Comune di Catania. “Ho potuto pagare gli stipendi di luglio comprensivi di contributi – prosegue senza girarci troppo intorno– ma a questo punto non sono più in grado di garantire il normale funzionamento dell’Istituto e soprattutto l’avvio del nuovo anno accademico”. In base alla convenzione del 2015 stipulata dall’assemblea consortile (il Consorzio è costituito da Comune etneo ed ex Provincia e vede ora presidente il sindaco Pogliese) l’istituto dovrebbe ricevere oltre 3 milioni di euro dal Comune e circa 1 milione e 700 mila euro dalla Città metropolitana.
Quest’ultima si sarebbe impegnata a saldare i debiti del 2017, “ma ancora non ci ha pagato – spiega – perché non è ancora stato approvato il bilancio. Quindi da più di un anno, non riceviamo nulla. Mentre il Comune ci deve ancora alcuni mesi, benché a oggi sia stato sempre costante nell’erogare quanto dovuto. Solo questo ci ha permesso finora di sopravvivere”.
Un emendamento alla legge di bilancio approvato l’anno scorso in Senato avrebbe dovuto consentire l’avvio del processo di trasferimento di tutto il personale a carico dello Stato. La procedura di statizzazione non è però ancora stata avviata a causa della mancata emissione dei decreti attuativi da parte del governo. Il conservatorio di alta formazione musicale conta oltre 700 allievi e oltre 100 docenti. “Un’anomalia quest’ultima”, dice. Si tratta infatti di numeri fin troppo significativi perché l’istituto sia a tutt’oggi inquadrato come semplice ente pareggiato a carico degli enti locali e non dello Stato. Dal 1 novembre del 2020 l’istituto musicale dovrebbe, secondo la normativa, però diventare finalmente statale e il Comune non dovrà più pagare gli stipendi del personale.
“Ma a questo punto noi temiamo di non arrivarci neppure al 2020 – sottolinea la Seminara – purtroppo mancano le condizioni per andare avanti. La paura è di non riuscire ad arrivare ad un traguardo a cui lavoriamo da più di 50 anni. Io personalmente ho seguito questa battaglia in prima linea, essendo nel direttivo dei presidenti degli istituti pareggiati pregiati italiani”. Ma la legge non c’è ancora tecnicamente. La presidente auspica un coinvolgimento delle istituzioni affinché si eviti il peggio.“Il ministro ci ha assicurato che i decreti attuativi verranno emanati a settembre. Solo questo ci garantirà che la statizzazione parta”.
Adesso è essenziale, dunque, capire quali strategie adottare per far andare avanti l’istituto. La Seminara è, infatti, reduce da un incontro svoltosi pochi giorni fa a Roma con il ministro all’Istruzione, Marco Bussetti e i vertici del Miur assieme al sindaco Salvo Pogliese. “Dal governo ci hanno garantito che ci sarà una particolare attenzione verso la situazione di emergenza in cui versa l’istituto, ma le risorse economiche dello Stato non potranno comunque bastare – ribadisce – Senza il rinnovo del consorzio che regge l’istituto e senza un impegno da parte degli enti locali a non mollarci in questa delicata fase, la statizzazione non avverrà. Da soli non possiamo farcela”.
Una situazione di cui il sindaco è perfettamente consapevole. “Il sindaco si è impegnato a risolvere la situazione – afferma la Seminara – E ci ha dato rassicurazioni sul futuro. Adesso siamo fermi per capire cosa accadrà”. Di recente è stato inoltre chiesto al prefetto di Catania Silvana Riccio di aprire un tavolo di crisi a cui siederanno tutte le parti coinvolte.
“Ho trovato interlocutori attenti e interessati, primo tra tutti il Ministro – ha commentato invece il primo cittadino Pogliese al termine dell’incontro romano – per giungere all’auspicata statizzazione nei tempi previsti dalla normativa: per fare questo bisogna prima risolvere i problemi legati al dissesto del Comune e alla mancata adozione, negli anni scorsi, dei documenti contabili della Città Metropolitana”.
La presidente parla, inoltre, del danno scaturito dallo scandalo giudiziario che nel maggio 2017 ha travolto l’istituto. Dall’inchiesta della magistratura è emerso che il conservatorio sarebbe stato utilizzato come bancomat da una parte di dipendenti e funzionari. In totale sarebbero stati dirottati circa 14 milioni di euro dagli imputati. “Il danno è stato gravissimo – afferma – anche a livello di immagine. Perché all’epoca qualche istituto del nord affermò che quello di Catania non fosse virtuoso per via di quella vicenda. Io ho dovuto scrivere una lettera di mio pugno a tutti presidenti per spiegare che il nostro Istituto è a oggi invece una parte lesa. Ci siamo costituiti parte civile al processo. Io personalmente ho presenziato all’udienza preliminare. I componenti del settore amministrativo coinvolti sono stati licenziati. E poi il danno è stato sul piano economico per la distrazione dei fondi. I sacrifici sono iniziati proprio per questo motivo. Oggi facciamo fatica a difendere l’Istituto a livello nazionale. Abbiamo perso molte opportunità. Con risorse limitatissime, facciano sforzi enormi. Solo per l’estate catanese, realizzeremo cinquanta concerti gratuiti alla città. Come è giusto che faccia un’istituzione di cultura al servizio del territorio”.
In merito “all’incontro con il ministro – spiega infine la Seminara – è stato utile perché abbiamo presentato un dossier con tutti i dati relativi all’Istituto musicale Bellini di Catania. I nostri conti sono a posto, e anche la situazione all’Inps. La chiusura dell’istituto rappresenterebbe un danno enorme per l’offerta formativa musicale della Sicilia sud orientale. Il Bellini è al momento il più grande d’Italia tra quelli non statali ed è al nono posto tra i conservatori italiani. Serve un bacino d’utenza molto esteso coinvolgendo ben 4 provincie siciliane”, conclude la presidente Seminara.
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