27 Aprile 2022, 10:56
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MILANO – La voce di Filippo La Mantia si unisce al coro dei tanti ristoratori che non riescono a trovare personale. Lo chef, originario di Palermo, ha riaperto da un mese il suo ristorante al Mercato centrale di Milano. Una ripartenza coraggiosa dopo il lungo periodo di pandemia che ha colpito fortemente il settore. Adesso si aggiunge la difficoltà a reclutare personale di sala.
Così, oggi è lo stesso La Mantia a servire i clienti: “I giovani non vogliono fare questo mestiere perché non sono disposti a lavorare fino a tarda notte o nei giorni di festa – afferma a Livesicilia – . Il Covid ha fermato la nostra vita costringendoci a vivere a casa. In questo modo sono cambiate le coscienze, maggiormente quelle dei giovani che antepongono la loro vita al tempo da spendere al lavoro. Sono disperato, ma sinceramente non vedo una soluzione”.
La Mantia racconta la sua esperienza alla ricerca di personale: “Avrò fatto almeno 80 colloqui nelle ultime settimane, ma niente. I ragazzi mi chiedono se possono avere il part-time. Con me c’è sempre l’avvocato del lavoro, offriamo come livello base 22mila euro lordi l’anno, circa 1.300 euro netti al mese, per turni di 8 ore, soprattutto nella fascia 16-24, con straordinari pagati. A candidarsi è gente in pensione, ex professionisti, che vorrebbero lavorare a queste cifre. E’ un’altra generazione, abituata a spendersi per un’occupazione. Ma sono costretto a rifiutare perché cerco personale qualificato”.
Secondo La Mantia la causa del problema è attribuibile a un cambiamento di mentalità. Dal primo marzo il cuoco si è rivolto alle agenzie di catering che gli forniscono il personale di sala a ore, ma in questo modo deve sostenere costi più onerosi che lo costringeranno a rivedere il menù alla carta, passando alla formula buffet.
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27 Aprile 2022, 10:56