20 Aprile 2009, 07:35
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Il giorno di gloria (meritatissimo) di Giovannino Tedesco si è concluso in un vortice di domande dalla crescente difficoltà. Succede che ai giocatori si chieda di tutto, ma proprio tutto. Si parte dal mister e si arriva a quesiti clamorosi sull’esistenza di Dio o sul barbiere di Foschi. Con Giovannino, siamo quasi arrivati al “Allora è vero che c’è vita su Marte?”. Tedesco ha sorriso: dai ragazzi, una domanda più semplice. E i cronisti subdoli: allora è vero che Succi è un giocatore di calcio? Tedesco: com’era la domanda su Marte…. Si scherza, ovvio, ma una cosa appare ormai certa, l’ultimo gol non ammette dubbi. Tenetevi forte: Davide Succi è un giocatore di calcio. Vero è che ieri ha tentato di lanciare in orbita il pallone del gol, tuttavia non sembrano sussistere ulteriori dubbi. Lo testimoniano le quattro reti in campionato, due ai suoi conterranei bolognesi che saranno molto contenti e hanno già fatto sapere di volere celebrare, un giorno, il suo ritorno nella città natale con un tortellino al tritolo. Comunque, la notizia ha già fatto il giro del mondo. Secondo fonti bene informate, il presidente Obama intitolerà il suo prossimo discorso ottimistico così: “Se Succi riesce a segnare in serie A, la crisi è una passeggiata di salute, ah ah ah…”. Mentre il presidente Chavez regalerà al nostro un suo libro filosofico e fresco di stampa dal titolo: “Sì, d’accordo, lei gioca al calcio. Ma esattamente dove?”. Succi, nell’occasione dell’incontro col presidente sudamericano, ha promesso una prestazione eccezionale e inconsueta. Finalmente sbaglierà un congiuntivo.
Un’altra terribile notizia ha tuttavia oscurato per un attimo i sogni dei tifosi rosanero. Secondo la Gazzetta, Sabatini sarebbe in procinto di tornare a Roma alla corte di Lotito e del suo latinorum. Riavutisi dalla sorpresa, i tifosi hanno domandato in coro: “Sabatini chi?”. Ecco, siccome la stampa nasce per informare, li informiamo. E’ un gentile signore che si vede passare in tribuna ogni tanto. Segni di riconoscimento: fuma molto e non parla mai. Torniamo a una vecchia passione del sottoscritto e di questa rubrica. L’amministratore delegato del Catania, Pietro Lo Monaco, rimbeccando Llama che vorrebbe giocare di più, dixit: “Per adesso è ancora un bambino, muova il culetto”. Dalle gengive di Mourinho al culetto di Llama. Chiarissimi progressi lessicali e anatomici. A quando la prostata di Morimoto? Sempre da Catania, a salvezza acquisita Zenga ha dichiarato: “Ormai conosco Catania, so il catanese, posso restare”. Poi ha detto a un tassista che l’aspettava: “Uè pirla, portami alla Pinetina”.
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20 Aprile 2009, 07:35