18 Aprile 2017, 12:06
2 min di lettura
CATANIA – Si è aperto il secondo capitolo giudiziario dell’inchiesta che lo scorso anno ha portato un vero e proprio terremoto nella sezione catanese della Commissione Tributaria. Al centro dell’indagine Tax Free del Gico della Guardia di Finanza presunte “sentenze di favore” firmate dal giudice Filippo Impallomeni in cambio della “disponibilità” indebita di auto da parte della concessionaria Virauto di Giuseppe Virlinzi. La Procura ha chiuso le indagini ed ha chiesto il rinvio a giudizio per gli imputati accusati di corruzione. Insieme al giudice e all’imprenditore rischiano il processo anche Giovanni La Rocca, commercialista della Virauto Spa, Agostino Micalizio, direttore commerciale della concessionaria e del cancelliere della commissione tributaria provinciale, Antonino Toscano (accusato del solo reato di favoreggiamento). Lo sciopero dei penalisti della scorsa settimana ha fatto scivolare al 2 maggio l’apertura dell’udienza preliminare davanti al Gup Santino Mirabella, che era stata fissata per metà aprile. Ma c’è il concreto rischio di un altro rinvio perché dal 2 al 5 maggio, tranne revoche, ci sarà una nuova astensione degli avvocati.
Rispetto alla prima fase delle indagini le contestazioni a carico degli imputati si sono aggravate. Dopo l’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare il pm Tiziana Laudani e gli investigatori del Gico hanno analizzato atti, sentenze, documenti che hanno notevolmente appesantito il presunto sistema di corruttela che – per l’accusa – riguarderebbe non solo tre sentenze ma addirittura undici. Così come le auto “concesse a titolo gratuito” che sarebbero cinque in totale. E lo scambio di favori inizierebbe già dal 2006. (LEGGI: “LE CARTE DEL PATTO SCOPERTO DALLA FINANZA”). Al centro di tutto un’intercettazione per gli inquirenti inequivocabile in cui il giudice parla dell’esigenza di “migliorare” una sentenza già depositata (LEGGI QUI).
Filippo Impallomeni, difeso dagli avvocati Andrea Gianninò e Giuseppe Napoli (“LEGGI: ECCO PERCHE’ IMPALLOMENI E’ INNOCENTE”), ha sempre respinto le accuse e ha smentito qualsiasi “patto corruttivo”. “Estranei alle accuse”. Questa la posizione anche dell’imprenditore Giuseppe Virlinzi, difeso dall’avvocato Carmelo Peluso, e del commercialista della Virauto, Giovanni La Rocca, difeso da Walter Rapisarda. Il Tribunale del Riesame ha ordinato la scarcerazione dopo quattro mesi ai domiciliari. Agostino Micalizio, difeso da Luca Mirone, è stato rilasciato invece subito dopo l’interrogatorio di garanzia dal Gip.
Pubblicato il
18 Aprile 2017, 12:06