06 Luglio 2015, 20:34
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PALERMO – Ha preso l’interim da appena quattro giorni. Ma ha già nominato sei saggi. E cambiato un capo di gabinetto. Procede a tappe forzate l’occupazione militare dell’assessorato alla Sanità da parte del presidente della Regione Crocetta, dopo l’addio di Lucia Borsellino. Nonostante quell’addio sia legato fortemente allo scandalo che ha travolto l’ospedale Villa Sofia e portato all’arresto del primario Matteo Tutino, medico personale del governatore che ha chiamato in causa lo stesso presidente in più di un’occasione, come emerge dalle intercettazioni. “Tutino millanta”, ha minimizzato Crocetta.
Sei esperti, intanto, aiuteranno il governatore nella gestione della Sanità siciliana. Una scelta presa a caldo. Anzi “a caldissimo” dopo le dimissioni dell’assessore. Questo pomeriggio Rosario Crocetta ha lavorato al decreto di nomina del comitato degli esperti composto da Bruno Gridelli, direttore dell’Ismett; Francesco Basile, preside della Facoltá di Medicina presso l’Universitá degli Studi di Catania, componente del cda dell’Istituto Superiore di Sanità, direttore del dipartimento assistenziale di chirurgia oncologica presso il Policlinico di Catania; Gaspare Gulotta, direttore della scuola di specializzazione in chirurgia generale presso l’Università degli Studi di Palermo; Marco Restuccia, direttore generale del Policlinico di Messina; Antonio Candela, direttore dell’Asp di Palermo; il Ragioniere Generale Salvatore Sammartano, già direttore generale alla sanità.
Stando a quanto trapela da Palazzo d’Orleans la “formula” scelta da Crocetta sarebbe quella di una sorta di “cabina di regia” alle sue dirette dipendenze. Un ufficio di gabinetto parallelo, insomma. Col compito di assistere il governatore sui temi della Sanità. Come se il nuovo assessore non dovesse arrivare mai. E del resto il governatore, anche a margine della direzione del Pd non ha manifestato particolare fretta: “Certamente – ha detto – voglio riflettere bene. I saggi? Potranno lavorare anche insieme al nuovo assessore”. Ma non “per” l’assessore. Visto che saranno quasi certamente esperti alle dipendenze del presidente.
Che intanto, è andato avanti con la sua occupazione dell’assessorato. Avrebbe già “traslocato”, infatti, l’ex capo di gabinetto di Lucia Borsellino, Antonio Lo Presti. Al suo posto, al vertice dell’ufficio di staff dell’”assessore Crocetta” è tornato Giuseppe Amato, che dalla Sanità era stato spostato alla Funzione pubblica (sempre in qualità di capo di gabinetto). E non finisce qui. Da Piazza Ziino raccontano anche di nuovi fuoriusciti dagli uffici di staff, come il caso di Michele Digiacomo.
Per l’assessore, c’è tempo. “Sceglierò con tranquillità, e sarà comunque un nome in continuità con Lucia” ha spiegato il governatore. E così, tutte le strade portano, apparentemente, a un nome. Anche alla luce delle ultime nomine del governatore. Le scelte di Giovanni Pistorio (che ricopriva il ruolo di segretario particolare del dimissionario Leotta) e sopratuttto di Rosaria Barresi, dirigente generale dell’assessorato abbandonato da Nino Caleca, suggeriscono, tra tutte, la probabile nomina di Salvatore Sammartano. Attuale ragioniere generale ma ex dirigente generale proprio all’assessorato alla Salute. Un burocrate esperto e considerato molto capace. Anche dallo stesso governatore, che avrebbe persino “testato” la sua disponibilità in passato, in occasione dei precedenti annunci di dimissioni di Lucia Borsellino.
Ma la continuità tra Borsellino e Sammartano, come detto, è solo apparente. Dall’assessorato sul quale Crocetta ha messo le mani, raccontano di diversi “screzi” tra il burocrate e l’assessore. Culminati, in un caso, in una sorta di “decreto correttivo” di Lucia. Un documento col quale l’assessore avrebbe segnalato lo “sconfinamento” del dirigente in ambiti che erano della politica. Un “caso” noto a tutti, praticamente, in Piazza Ziino e che avrebbe portato di lì a poco al trasferimento di Sammartano alla Ragioneria generale, con l’arrivo di Gaetano Chiaro all’assessorato alla Salute.
Intanto, come detto, Sammartano farà parte dei “saggi”. In attesa della nomina dell’assessore, c’è comunque Crocetta. Da quattro giorni. Nonostante i motivi alla base dell’addio di Lucia Borsellino siano strettamente legati allo scandalo di Villa Sofia, che chiama in causa anche il governatore, citato, come dimostrano le intercettazioni, anche dal primario Tutino e dal direttore generale Sampieri: il governatore, dicono in sostanza i due, non li avrebbe mai separati perché “c’è in gioco troppo! E lo sappiamo. E lo sappiamo, e lo sappiamo” diceva Sampieri a Tutino.
Cosa sia quel “troppo” ancora non è chiaro. Ma le indagini non si sono fermate. Proprio per questo, la presenza di Crocetta alla guida di quell’assessorato appare quantomeno “inopportuna” e poco rispettosa proprio delle inchieste della Procura. Frasi, quelle pronunciate dai medici, che il governatore ha voluto minimizzare: “Tutino? Millanta”.
Allo stesso tempo, però, il governatore ha confermato, in occasione della direzione del Pd di sabato e nelle dichiarazioni a margine, lo stretto legame col primario e la correlazione di quella inchiesta con l’addio di Lucia Borsellino. “Quando sono andati ad arrestarlo – ha detto durante il suo intervento all’Hotel delle Palme – Tutino mi ha telefonato. E io gli ho risposto: cosa vuoi da me?”. Tralasciando il “dettaglio” di una telefonata effettuata da un uomo già, a quel punto, sottoposto ad arresto, resta il segno di un rapporto stretto, strettisismo. Così come stretto è il rapporto tra lo scandalo e l’addio di Lucia Borsellino: “La vicenda Tutino l’ha molto irritata – ha ammesso Crocetta – ma ha irritato anche me”. In secondo piano finiscono così altre questioni: “La nomina di Pistorio? Ho prima chiamato Lucia – racconta Crocetta – che si è espressa favorevolmente”. Ma Lucia ha sbattuto la porta. Una scelta fondata su “motivazioni morali ed etiche”. Al suo posto adesso c’è il presidente. “Quanto durerà questa parentesi? Voglio fare con tranquillità – ha detto Crocetta – credo sia giusto capire anche come si compone il quadro politico. Non ero psicologiamente pronto all’addio di Lucia”. Non c’è fretta, insomma. Crocetta è già lì da quattro giorni. E rischia di essere solo l’inizio.
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