Lo scorrimento veloce, “strada della morte”| Dieci le vite spezzate in due anni

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13 Febbraio 2013, 14:13

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PALERMO – In un mese tre vittime, ma sono soltanto le ultime sullo scorrimento Palermo-Sciacca: lungo la strada statale 624, in poco più di due anni, a perdere la vita sono state almeno dieci persone. Nella maggior parte dei casi si tratta di giovanissimi e di lavoratori pendolari. Molti di loro dovevano recarsi quotidianamente nel capoluogo per poi tornare a casa propria, dalle loro famiglie, ma in un giorno tragico quel ritorno non è mai avvenuto. Gli studi, il lavoro, gli amici, l’amore, le passioni: tutto si è fermato lì, per sempre. La strada “maledetta” inizia poco dopo il carcere Pagliarelli, termina nel territorio di Sciacca attraversando numerosi paesi che oggi piangono la morte di propri concittadini, come è successo un mese fa a San Giuseppe Jato.

Il paese si è stretto attorno al dolore della famiglia di Fiorella Villanova, 29 anni: la sua Ford Ka si è schiantata contro il guardrail in modo violentissimo: le lamiere dell’auto si sono trasformate in trappola ed un normale viaggio verso Palermo in tragedia. I sogni di Fiorella, il progetto del matrimonio col proprio fidanzato e la ricerca di un lavoro hanno trovato la loro fine nei pressi del viadotto Oreto, nella stessa zona in cui ieri è morto sul colpo un altro ragazzo. Claudio Sutera, 21 anni, giovane parrucchiere conosciuto da tutti nel quartiere in cui era nato e cresciuto, Borgo Nuovo, si è schiantato contro un autocarro. Sulla sua macchina avrebbe poi tamponato violentemente un’altra auto, un’Opel Corsa: una dinamica terribile che non ha lasciato via di scampo al ragazzo, tirato fuori da quel che rimaneva della sua Toyota Yaris dai vigili del fuoco.

L’ennesima morte, in ordine di tempo, sulla stessa lunga arteria stradale in cui i primi di gennaio ha perso la vita Antonino Alioto, 19enne di Porticello. Lavorava con la sua famiglia, che ha una storica pescheria nella borgata. Il suo sorriso e la sua passione per il mare sono ancora vivi nei ricordi di chi ha puntato il dito, disperato, contro quella strada che l’ha portato via per sempre. In quel caso il dramma si è verificato vicino allo svincolo per Corleone. Antonino ha perso il controllo del camion carico di pesce ed è precipitato in una scarpata.

Lo stesso destino è toccato la scorsa estate ad una coppia di marito e moglie di 35 e 32 anni. Emanuela Guddemi e Giovanni Ragusa aspettavano il loro primo figlio. Lei, giornalista pubblicista e corrispondente per alcuni quotidiani locali, era incinta di quattro mesi: la loro vita si è spezzata lungo la Palermo-Sciacca all’altezza dello svincolo per San Giuseppe Jato, quasi al confine con San Cipirello. La loro morte ha gettato nello sconforto l’intera comunità di Ribera, il paese in provincia di Agrigento di cui erano originari: tante domande, tanti “perché” tra la gente che li aveva visti crescere, realizzarsi, sposarsi.

Ma all’inizio dell’anno era stata la volta di Michele Mingoia, 54enne di Villafranca Sicula: anche lui ha perso la vita nei pressi dello svincolo per San Giuseppe Jato, paese originario di Antonino Jacona, imbianchino di 33 anni che qualche mese prima si era schiantato con la sua auto contro un furgone. Jacona è morto sei ore dopo l’impatto, dopo una notte di agonia all’ospedale Civico di Palermo.

E l’elenco delle croci che in questi ultimi anni hanno tristemente segnato i chilometri della statale 624 continua con il terribile incidente che è costato la vita a Gianfranco Marfia, militare di 33 anni. In servizio all’aviazione di Torino, si trovava in licenza per trascorrere qualche giorno con la sua famiglia, ma all’altezza del bivio Giacalone è stato travolto a bordo della sua motocicletta da due auto, tra cui una pirata. Al suo incidente ne seguirono altri due, mortali anch’essi. Quelli di Giuseppe Gurreri, 48 anni e di Angelo Pacifico, 35enne di Sciacca: quest’ultimo rimase ucciso nello scontro con un tir.

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13 Febbraio 2013, 14:13

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