30 Settembre 2015, 20:14
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In effetti ci voleva Graziano Delrio da Reggio nell’Emilia per capire che “il Ponte sullo Stretto non è una priorità”. Non bastava, ad esempio, dare una rapida occhiata alle notizie delle ultime ore per rendersene conto. Magari ricordandosi che oggi, come negli ultimi cinque mesi, a un disgraziato automobilista tocca coprire in quasi tre ore la distanza tra Palermo e Catania, sobbarcandosi i curvoni da Targa Florio dell’acchianata per Polizzi, o la discesa con effetto tobogan per la vituperata dagli avversari ma benedetta dai caltavuturesi trazzera grillina. O magari, ancora, scoprendo come, da domani e se Dio vorrà solo per i prossimi quindici giorni, i camion con la munnizza di Trabia dovranno finire a Catania (passando per i sopracitati avventurosi percorsi) perché la discarica di Bellolampo, oh che sopresa, sta scoppiando. In questa Sicilia dove la sola parola infrastrutture evoca sgretolamenti e crolli, ci vuole una cospicua dose di assenza di rossore per sperare di risvegliare sopiti entusiasmi agitando lo specchietto per le allodole del Ponte. Ci ha provato Angelino Alfano, con altisonante proclama. Il collega Delrio, da Palermo, ha subito spento tanto ardore. Ma ai siciliani, per non prendere troppo sul serio tanto entusiasmo, forse era bastato leggere un giornale qualunque.
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30 Settembre 2015, 20:14