Lo spettro di Beppe Grillo | nella lunga notte dei partiti

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28 Ottobre 2012, 23:20

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PALERMO- E’ stata una lunga notte per la politica siciliana. Una notte agitata da spettri e trascorsa insonni. Sì, perché se da una parte si va a letto senza dati certi e bisognerà per l’inizio dello spoglio, dall’altra, l’aria che tira sa di presagio di terremoto elettorale. I segnali sono molteplici. C’è l’exit poll di Palermo Report e Trm che sulla città di Palermo vedrebbe in testa il candidato del Movimento 5 Stelle Giancarlo Cancelleri. Non solo: gli stessi exit poll raccontano di un Movimento 5 Stelle che in città staccherebbe tutte le altre liste con distacchi siderali. Un input clamoroso che trova un’eco, priva di qualsiasi valore statistico, sia chiaro, nelle interviste che Live Sicilia ha condotto a Catania all’uscita di alcuni seggi. Si tratta di numeri minuscoli, è chiaro, gocce nell’oceano. Eppure, anche lì, il geometra nisseno candidato dai grillini volava. Due indizi, che non fanno una prova, certo. Ai quali si affianca, però, una sensazione diffusa, quella delle chiacchiere sentite in famiglia, per strada o sul posto di lavoro, o quella generata dalle immagini delle piazze piene nei giorni scorsi per i comizi di Beppe Grillo. Indizi, sensazioni, immagini: troppo poco, certo, per ricavarne indicazioni statistiche, o men che meno dati reali su cui impostare analisi e commenti, ma nell’aria, è difficile negarlo, si sente odore di sorpresa. Una sorpresa che potrebbe andare ben oltre ogni aspettativa, assumendo i contorni della rivoluzione.

Certo, nelle grandi città, un movimento come quello di Grillo affonda più facilmente le sue radici, ragiona qualcuno. Nei piccoli centri la musica potrebbe essere diversa. Plausibile. Eppure, i comizi del comico genovese hanno fatto registrare il pienone non solo nelle metropoli, ma anche in provincia. E alle amministrative di cinque mesi fa anche centri di provincia hanno riservato sorprese clamorose per i grandi partiti che hanno fatto il bello e il cattivo tempo negli ultimi anni. Tanto per rinfrescarsi la memoria, basti pensare al giovane comunista eletto sindaco a Palagonia.

È anche vero, però, che le dinamiche elettorali, in Sicilia come altrove, non si limitano al voto d’opinione e che il peso del voto organizzato, spesso maggiormente strutturato in provincia, si fa sempre sentire. Tanto più quanto più bassa è l’affluenza, come è accaduto – e questo era ampiamente previsto – oggi in Sicilia. Questo genere di dinamiche spesso sfuggono a interviste, sondaggi ed exit poll e chi mastica di politica lo sa bene. E alcuni dei numeri emersi dall’unico exit poll disponibile, uno per tutti il dato dell’Mpa, cambieranno sensibilmente quando si parlerà di voti veri.

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E quindi, senza considerare fatti quelli che al momento sono solo indizi, non resta da constatare che innegabilmente si sente un vento di protesta e di scontento che soffia potente nell’Isola, in cui meno di un elettore su due è andato a votare, un rovinoso tracollo del venti per cento rispetto a quattro anni fa, sintomo di una disaffezione tragica tra popolo e Palazzo. Quel vento di protesta e di scontento rischia di travolgere i grandi partiti. Magari dando avvio, dalla Sicilia, all’inizio della fine della Seconda repubblica. Per capire se le avvisaglie di stasera troveranno qualche conferma nelle schede vere depositate nelle urne dai non troppi siciliani che sono andati a votare, bisognerà aspettare. La notte è stata comunque lunghissima, e affollata d’incubi, per le segreterie non solo sicule, ma anche romane.

 

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28 Ottobre 2012, 23:20

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