07 Aprile 2015, 13:10
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PALERMO – Dopo le minacce, vere o presunte, è finito in arresto. Secondo l’accusa chiamate, pedinamenti, messaggi non erano abbastanza per Tommaso Battaglia, originario di un paesino alle porte della città, che da oltre sei mesi avrebbe ossessionato l’ex fidanzata, dopo la fine della loro storia d’amore. Adesso la minaccia avrebbe preso forma e si sarebbe trasformata in violenza. Battaglia si sarebbe fatto strada all’interno di un posteggio, vicino al luogo di lavoro della donna, e avrebbe forato tre dei copertoni della sua auto. In casa sua è stato trovato un coltello, secondo l’accusa detenuto abusivamente.
Adesso Battaglia si trova ai domiciliari in attesa del processo. I carabinieri di Mezzojuso, dopo l’ennesima denuncia della donna, e aiutati dalle telecamere di sicurezza di un supermercato nei paraggi, lo hanno convocato e interrogato. L’uomo ha confessato, parlando di un’ossessione lunga alcuni mesi e inarrestabile di fronte alla fine di una storia durata un paio d’anni, cui seguì una breve convivenza.
Da lì sarebbero iniziate le vessazioni psicologiche, così come la donna ha raccontato ai carabinieri. Centinaia di sms, messaggi sui social network e telefonate a qualsiasi ora. Fino alla misura cautelare coercitiva del gip di Termini Imerese Sabina Raimondo che ha disposto per l’uomo il divieto di avvicinamento alla vittima. Battaglia, infatti, non si sarebbe dovuto neppure trovare nei paraggi dell’ufficio in cui lavora l’ex, così come era stato stabilito dal giudice. Una distanza cautelare di 500 metri che tuttavia non sarebbe stata rispettata.
Una relazione durata anni. La convivenza, poi la rottura. E così sono iniziati i messaggini, le chiamate notturne, gli appostamenti. Adesso il gip ha ritenuto necessaria la sostituzione della precedente misura. Non più il divieto di avvicinamento, ma gli arresti domiciliari. Non più solo sospetti dell’accusa, ma un filmato dei circuiti di sorveglianza che lo incastrerebbe, insieme alla confessione, durata qualche ora, rilasciata ai carabinieri di Mezzojuso.
Prima la separazione, le carte bollate, una pagina voltata. Poi l’ossessione cieca che si è tradotta in tallonamenti notte e giorno, da casa al posto di lavoro. Inseguimenti in automobile e appostamenti, accompagnati dalla richiesta morbosa di tornare insieme. Ma nessuna speranza è stata mai data all’uomo che con le sue molestie avrebbe portato la donna ad avere paura persino di uscire di casa da sola.
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07 Aprile 2015, 13:10