04 Dicembre 2010, 09:31
2 min di lettura
Sotto la pioggia battente di una grigia mattina palermitana, Davide Faraone presenta il suo “Strappo”. Circa 300 persone riunite sotto il gazebo montato a piazza Politeama hanno accolto il nuovo progetto politico del consigliere comunale del Pd, in rotta di collisione col partito.
“Metto in discussione la mia carriera politica, ma è un rischio che sono pronto a correre – dice Faraone – Occorre un presente che prepari il futuro ad una nuova generazione, una nuova generazione non in senso strettamente anagrafico, ma una fase della politica che sia innovativa”.
Quello che Faraone chiede al suo partito è il cambiamento: “Non esco dal Partito democratico, sia chiaro. Chiedo che si ritorni a dare voce alla gente, chiedo strumenti di partecipazione come quello che stiamo portando avanti oggi: gazebo e primarie. Questo ormai è stato sacrificato in favore di alleanze che snaturano il senso del Pd”.
E le primarie per la candidatura del prossimo sindaco di Palermo sono quello che Faraone vuole. “Dobbiamo smetterla con il vecchio modo di fare politica che non cerca il confronto e che non vuole le primarie – continua – Finora abbiamo solo assistito a proclami e dichiarazioni di intenti di chi dice di volere le primarie, ma poi non propone candidati. Io sono convinto che si andrà alle elezioni amministrative comunali in primavera. E il Pd che fa? Niente. Non ha nemmeno iniziato la campagna elettorale. L’attendismo equivale ad una sconfitta”.
Secondo Faraone le primarie all’interno del partito potrebbero essere la svolta che porterebbe ad una vittoria della sinistra a Palermo. “Non abbiamo mai avuto l’ambizione di vincere le elezioni, abbiamo sempre partecipato senza convinzione – spiega – con le primarie si darebbe voce alla gente. Dopo quasi dieci anni di amministrazione Cammarata, che è stata un fallimento sotto ogni punto di vista, i palermitani sono stanchi. Abbiamo tutte le carte in regola per vincere, ma se continuiamo con questo immobilismo non abbiamo dove andare”.
“Non mi sento un rottamatore del Pd, non sono il Renzi siciliano – continua Faraone – ma è necessario un cambiamento. La parola deve passare ai giovani. Io ho 35 anni, ma faccio politica dal 1994 e sono da dieci anni consigliere comunale, penso di avere l’esperienza adatta. Ma è ridicolo proporre come sindaco uno che è stato primo cittadino quando io avevo dieci anni, sarebbe anacronistico”. Il riferimento è alla candidatura di Leoluca Orlando.
Quello di Davide Faraone non è però uno strappo netto dal Pd. “Propongo un cambiamento e spero che il partito mi segua. Io vado comunque avanti. Sono fiducioso. Ma sia chiaro che la mia candidatura a sindaco non è barattabile con nessuna poltrona che potrebbero offrirmi. La mia candidatura potrà essere respinta solo dalle primarie. Non smetterò di rompere le scatole”.
© Riproduzione riservata
Pubblicato il
04 Dicembre 2010, 09:31