18 Dicembre 2009, 15:53
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Ieri sono stati protagonisti di un acceso scontro verbale sul trasformismo, sulla Sicilia e sulla maggioranza. Troppi due galli nel pollaio siciliano per non scontrarsi in un turbine di penne e speroni. Oggi, ognuno è tornato nel perimetro della sua area di riferimento, senza troppo polemizzare l’uno con l’altro. E ognuno ha parlato secondo il dettato del cuore. Precedenza in ordine alfabetico a Raffaele Lombardo: “Il Pd è l’unico partito che ha condiviso la mia idea, cioé che sulle riforme serie e sulle emergenze c’é disponibilità a votare insieme. Altri partiti non hanno dato questa disponibilità”. E sullo scontro polemico con Schifani: “Non voglio rinfocolare polemiche e non entro nella spirale delle contrapposizioni. Mi dispiace invece che si sia esposto il presidente Schifani. Il governo va avanti. All’Assemblea regionale – ha detto Lombardo – abbiamo il consenso di 31 deputati (su 90) e ci caratterizziamo per le riforme e le azioni di risanamento. Chi ci vuole stare bene, il Pd ha detto sì”.
Ecco le parole di Schifani: “Per la verità, mi sento più arbitro che giocatore. Gli interventi a gamba tesa li fanno i giocatori e da arbitro mi sono permesso di ricordare a qualche giocatore il rispetto delle regole del gioco: in una democrazia maggioritaria i governi – sottolinea il presidente del Senato – li scelgono gli elettori non il Palazzo con i suoi trasformismi”. E’ l’ovvia replica proprio a Lombardo che ieri aveva accusato il medesimo Schifani, per aver detto no al “ribaltone” nel governo della Sicilia, di essere “entrato a gamba tesa”. Qualche colpo di spingardino, niente di più. Natale si avvicina.
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18 Dicembre 2009, 15:53