10 Agosto 2012, 08:26
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“Il ministro Stefania Prestigiacomo è troppo affezionata ai termovalorizzatori e non ci vuole proprio rinunciare. O termovalorizzatori o morte. Deve rassegnarsi. La grande schifezza dei quattro termovalorizzatori l’abbiamo archiviata irreversibilmente”. Era il 12 maggio dello scorso anno. E a dichiarare guerra aperta ai termovalorizzatori era il presidente della Regione siciliana (dimessosi lo scorso 31 luglio, ma ancora in carica fino al voto di ottobre), Raffaele Lombardo che, nel suo blog scriveva: “È una storia che dobbiamo lasciarci alle spalle. Il sistema era partito, ci sono tanti retroscena che non sta a me svelare, ma io credo che sia il caso di archiviare completamente la parentesi vergognosa dei termovalorizzatori”. Quindi, per quelli un po’ duri d’orecchi, aggiungeva: “Abbiamo un piano completo e non ci si dica che perdiamo tempo perché la commissione si è riunita e, da mesi, sta dialogando insieme all’assessore Marino con la Protezione civile nazionale per arrivare ad una soluzione concordata. Adesso si consenta ai siciliani e a questo governo di avere determinato una svolta e nessuno pensi di imporci di tornare indietro. Fin quando sarò commissario per l’emergenza rifiuti, oltre che presidente della Regione, non mi si parli assolutamente di termovalorizzatori. Magari si organizza di tutto per mandarmi a casa in maniera tale che un minuto dopo vedremo costruire questi schifosissimi mostri. Ma fin quando sono qui, di termovalorizzatori non ne voglio sentire più parlare”.
Chissà cosa è cambiato da allora. Sì, perché qualcosa deve essere cambiata di certo visto che nella “disposizione commissariale” del 7 giugno 2012 n. 65 per la nomina del soggetto attuatore (l’architetto Giuseppe Pirrone), pubblicata nella Gazzetta ufficiale della Regione siciliana dello scorso 3 agosto, Lombardo al terzo comma dell’articolo 1 scrive di provvedere “a disporre la progettazione, la realizzazione e la gestione degli impianti di termovalorizzazione individuati nel piano regionale di gestione dei rifiuti come adeguato ai sensi dell’art. 2 favorendo l’applicazione delle migliori tecnologie disponibili a salvaguardia della salute della popolazione e dell’ambiente”.
Nel comma precedente, invece, si parla dell’immediato avvio delle procedure per la realizzazione degli impianti funzionali alla gestione integrata dei rifiuti. Per queste e per altre attività, il soggetto attuatore, alias Giuseppe Pirrone, ha a disposizione 200 milioni di euro provenienti dai fondi Fas 2007-2013. Fondi che, sussurrano i maligni, possono far comodo se spesi in periodo pre elettorale.
Intanto, una cosa è certa: Lombardo sui termovalorizzatori ha cambiato idea. Cosa che potrebbe anche aver dato la spinta finale all’approvazione del Piano regionale dei rifiuti da parte del ministero. Dopo una lunga attesa, infatti, è arrivato il disco verde. Un via libera inseguito per anni dall’ex assessore regionale dell’Energia, il prefetto Giosuè Marino, che non ha però potuto gioirne direttamente, visto che è arrivato un mese dopo le sue dimissioni e durante l’interim assunto dallo stesso Lombardo. Che, il giorno dopo aver portato a casa il risultato, ha aggiunto un ulteriore tassello al mosaico, nominando dirigente generale del dipartimento Acque e rifiuti il siracusano Marco Lupo, già dirigente del ministero all’Ambiente con Stefania Prestigiacomo. Un segno di pace (forse?) con l’ex ministro che Lombardo spronava alla “rassegnazione” sui termovalorizzatori?
Un’ultima cosa. Qualcuno trovi le parole per dirlo a Cracolici. Che il 12 luglio scriveva sul suo blog: “Qualcuno ancora si chiede perché il PD ha sostenuto il governo tecnico in Sicilia? L’approvazione del Piano regionale dei rifiuti è un passaggio che, da solo, giustifica questa esperienza: abbiamo messo fine al più grande affare del secolo, quello dei termovalorizzatori, e da oggi nessuno potrà più pensare di trasformare i rifiuti in un business”. Quasi nessuno.
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10 Agosto 2012, 08:26