18 Dicembre 2013, 17:09
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PALERMO – Giudici in camera di consiglio. Tra qualche giorno si conoscerà il destino giudiziario di politici e burocrati sotto processo davanti alla Corte dei conti per gli extra budget concessi agli enti di formazione professionale. Per tutti il pubblico ministero ha chiesto la condanna per danno erariale.
Stamani le ultime schermaglie fra accuse e difesa in un’udienza insolitamente lunga davanti al collegio presieduto da Luciana Savagnone. Sul tavolo del pubblico ministero Gianluca Albo ieri è arrivata una nota con la quale il dirigente del Dipartimento, Anna Rossa Corsello, faceva il punto sul recupero delle somme da parte dell’amministrazione regionale. Fra le compensazioni dei finanziamenti assegnati e non più concessi agli enti per l’Avviso 20, mandati verdi, procedure di recupero coatto delle somme e calcolo al ribasso degli extra budget liquidati in passato, gli uffici regionali sostengono che i soldi siano rientrati in cassa e dunque sarebbe venuto meno il danno erariale contestato agli imputati. Sul recupero delle somme e le relative procedure, però, la Procura regionale della Corte dei conti già ha sempre sollevato più di una perplessità. Perplessità ribadita anche nell’udienza di oggi. I dati non convincono i pubblici ministeri contabili.
Sotto processo per un presunto danno erariale ci sono i politici e i burocrati che hanno gestito la formazione nel 2007. Il pubblico ministero ha chiesto la condanna per l’ex governo Raffaele Lombardo (l’ipotesi di danno erariale che gli viene contestata è di circa 220 mila euro), gli ex assessori al Lavoro, Santi Formica dei conti(38o mila euro), Carmelo Incardona (800 mila) e Luigi Gentile (220 mila euro). Fra i burocrati: l’attuale segretario generale di Palazzo d’Orleans, Patrizia Monterosso (270 mila euro), l’ex capo dipartimento Alessandra Russo (380 mila euro) e l’ex dirigente del servizio gestione, Antonino Emanuele (260 mila euro).
Dopo le conclusioni del pm Albo e dei difensori degli imputati (avvocati Gaetano Armao, Claudio Alongi, Vincenzo Bullara, Piero Luigi Matta e Girolamo Rubino) la parola passa ora al presidente Savagnone e al giudice relatore Guido Petrigni.
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18 Dicembre 2013, 17:09