05 Marzo 2018, 13:45
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PATERNO’ – Nel calatino non va in onda la prima puntata del sequel di “Dynasty” in salsa catanese: le urne bocciano Giuseppe Lombardo. Il nipote di Raffaele Lombardo non regge alla bufera pentastellata. La maggioranza silenziosa premia l’attivista ventinovenne Eugenio Saitta che con percentuali bulgare supera il 50% dei consensi. Sono ben venti i punti di distacco dal centrodestra a trazione lombardiana. E questo non è il solo grattacapo per Lombardo che dovrà fare i conti con la débâcle della formazione con lo scudo crociato a livello nazionale.
Per lui si sbarrano le porte di Montecitorio. “Noi con l’Italia” non supera il 3% a livello nazionale pur sbancando in terra calatina (7%). Si registra, invece, un risultato importante per gli azzurri dati al 18%. Meno rosea la situazione degli alleati: la Lega ottiene il 4,37% e la formazione della Meloni il 3,27%. Macroscopica è invece la sconfitta del Pd con Maria Grazia Pannitteri al 10,68% e il partito giù al 9,00%. Voti in uscita non intercettati da Liberi e Uguali e dalla candidata Valentina Borzì inchiodata al 2%. La fotografia del voto nel collegio calatino sarà al centro delle polemiche, che seguiranno la tornata elettorale. Lo scenario è abbastanza scontato in casa democratica dopo la rinuncia a correre nel calatino dell’ex deputata regionale, di rito laburista, Concetta Raia.
Non a caso è stata proprio la pasionaria dell’area Damiano la prima a commentare la sconfitta netta del Pd. “Semplicemente un disastro, un onda d’urto ha travolto il partito. Il renzismo e il trasformismo non sono stati premiati: Renzi ed i suoi amici ne prendano atto, facciano quello che si fa nelle migliori democrazie, si dimettano in blocco, vadano via, hanno distrutto tutto”, scrive sui social Raia. La fase della resa dei conti è arrivata.
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05 Marzo 2018, 13:45