03 Aprile 2013, 16:46
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CATANIA – “Gli piaceva chiamarmi co-sindaco”. Raffaele Lombardo ricorda la figura di Umberto Scapagnini: uomo, amministratore, politico e professionista. Il racconto dell’ex governatore siciliano inizia da Bruxelles, quando condividevano l’esperienza al Parlamento Europeo e non mancano gli episodi divertenti, fino al periodo quando Lombardo era vicesindaco al Comune di Catania. “Anni strepitosi, si programmarono e si realizzarono delle opere importanti che forse – sottolinea il leader autonomista – i cittadini hanno dimenticato”. Su questo fronte Lombardo prende atto dell’inutilizzo dei parcheggi scambiatori: “Sono lasciati lì bruciati al sole”. Scapagnini ironico e generoso: per certi aspetti, secondo l’ex presidente della Regione, un po’ troppo . “Io credo di essere stato prezioso per lui, ero un freno e un elemento di regolazione che poi gli è mancato”.
Quale è il suo ricordo di Umberto Scapagnini come uomo e politico?
“Io l’ho conosciuto anche prima che diventasse sindaco di Catania perché eravamo tutti e due europarlamentari. Non c’è dubbio, però, che il nostro rapporto si è intensificato quando io sono stato vicesindaco per tre anni. Devo dirle che era un uomo di grandissima intelligenza , bravo anche nel suo mestiere di medico perché aveva una capacità intuitiva che è fondamentale per questa professione. Aveva una grande generosità, non aveva certamente il senso del denaro. Generoso anche nel dare fiducia alle persone. La giunta di quei tre anni secondo me funzionò moltissimo proprio perché ci dava mano libera . Furono anni strepitosi, si programmarono e si realizzarono delle opere importanti che forse i cittadini hanno dimenticato”.
Quali?
“In quegli anni noi abbiamo fatto l’asse attrezzato, anziché dal Pigno oggi si arriva a Catania direttamente a Corso Indipendenza, la circonvallazione da Ognina a Misterbianco è senza semafori. Non dimentichiamo il canale di gronda che se fosse azionato e funzionante eviterebbe molti allagamenti a Catania, e i parcheggi scambiatori che restano lì inutilizzati, ma furono realizzati proprio in quegli anni grazie alla capacità di reperire le risorse. Queste sono opere che si fecero in quegli anni grazie anche alla grande sintonia tra gli assessori e l’amministrazione”.
Perché, secondo lei i catanesi hanno dimenticato tutto questo?
“Capita così, finita la festa si dimentica. Ricordo che negli anni successivi sono stati evidenziati solo gli aspetti negativi di Umberto Scapagnini. Io credo che gli ultimi anni della sua amministrazione, che io ho seguito poco perché ero preso dalla provincia, non sono stati splendidi come i tre anni che abbiamo amministrato insieme. Tre anni, ripeto, indimenticabili”.
Scapagnini era troppo legato a Berlusconi secondo lei?
“Lui era legato certamente a Silvio Berlusconi, gli voleva bene e la cosa era reciproca. Erano legati da un rapporto di grande amicizia.”
Ma era indipendente? O questo legame, secondo lei, influiva nelle sue scelte amministrative?
“Scapagnini era un uomo libero. Era uno capace di muoversi per come diavolo gli girasse. Non era vincolato da nessuna disciplina o da nessuna appartenenza. Dal punto di vista politico e non solo politico”.
Secondo lei le vicende giudiziarie di Umberto Scapagnini hanno influenzato il giudizio dei catanesi?
“Non lo so. Il giudizio su Scapagnini potrà essere dato solo dopo un po’ di tempo, in maniera tale che si lasci decantare la polemica, l’opposizione politica, in modo anche da ricordare le cose positive. Io alcune le ho citate.”
Amava Catania?
“Era molto legato a Catania. L’anno scorso l’ho incontrato in estate e ricordo che lui era felice, molto di più di quando lo vedevo in altre città. Qui era particolarmente gioioso e mi diceva che intendeva ritornare a vivere a Catania.”
Un ricordo particolare?
“Ce ne sono tanti. La sintonia che si era creata tra di noi all’interno dell’amministrazione comunale: il riuscire a capirci anche senza parlare. A lui piaceva chiamarmi co-sindaco. Una volta, a Bruxelles, poi visto che conosceva le lingue si è improvvisato come mio interprete. Quando il mio interlocutore se n’è andato abbiamo riso per diversi minuti.”
Era una persona ironica?
“Una persona spassosissima, dalla battuta pronta e incline al sorriso. Io da questo punto di vista lo apostrofavo come ‘incosciente’. Era uno che prendeva tutto alla leggera. Io credo di essere stato prezioso per lui, perché poi gli è mancato questo freno anche nello sviluppo dell’attività amministrativa e questo elemento di regolazione che io invece ero stato per lui”.
Un confronto tra Stancanelli e Scapagnini?
“Nessun confronto.”
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03 Aprile 2013, 16:46