L’omicidio del vigile del fuoco | “Volevo solo intimidirlo”

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26 Gennaio 2016, 11:06

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RAGUSA – Ha reso spontanee dichiarazioni, ammettendo le sue responsabilità, il commerciante di ortofrutta Filippo Assenza, di 56 anni, residente a Londra, fermato ieri dalla Procura di Ragusa con l’accusa di aver ucciso domenica scorsa a Vittoria (Ragusa) il vigile del fuoco Giorgio Saillant, di 57 anni. Il movente dell’omicidio sarebbe passionale: l’uomo era geloso della moglie che sospettava avesse una relazione con la vittima. Assenza è accusato di omicidio aggravato dalla premeditazione e di aver illegalmente detenuto e portato in luogo pubblico un fucile da caccia. L’uomo, bloccato in casa della madre, ha confermato le proprie responsabilità durante l’interrogatorio davanti al pm ed ai suoi legali. Il fermato è stato successivamente rinchiuso nel carcere di Ragusa in attesa dell’udienza di convalida.

Il fermo, disposto dal procuratore Carmelo Petralia e dal sostituto Monaca Monego è stato eseguito da polizia di Stato e carabinieri. Domenica sera il cadavere di Saillant era stato trovato nella sua autovettura, appena parcheggiata davanti casa. La vittima era stata raggiunta da un colpo di arma da fuoco al volto. Quando è intervenuta la Polizia Scientifica per il sopralluogo il finestrino dell’autovettura era in frantumi e il cadavere dell’uomo giaceva ancora nella posizione del guidatore. Gli investigatori hanno sentito congiunti ed i colleghi di lavoro della vittima per ricostruire i movimenti immediatamente precedenti al delitto. Le indagini hanno permesso di delineare compiutamente la vita privata del vigile del fuoco grazie anche alla collaborazione dei cittadini e dei colleghi di lavoro.

Un primo spunto investigativo è giunto dall’esame di un filmato registrato da una telecamera posta nei pressi dell’abitazione della vittima, dal quale gli investigatori hanno rilevato che più volte era passata davanti casa di Saillant un’autovettura di colore grigio. Addosso al cadavere la Polizia ha trovato uno smartphone; dall’esame del registro delle chiamate e di altri dati estratti dalla Polizia Postale di Catania sono stati trovati ulteriori elementi che hanno condotto gli investigatori ad approfondire l’esame della sfera privata del vigile del fuoco. Da indagini sulle utenze telefoniche contattate dalla vittima è stato poi possibile accertare che aveva effettuato diverse chiamate, alcune delle quali conducevano ad una donna. E’ stato così possibile risalire a Filippo Assenza, marito della donna contattata dal vigile del fuoco poche ore prima di essere ucciso. Altro dato a carico del sospettato la detenzione da parte della madre di due fucili da caccia calibro 12, arma compatibile con quella utilizzata per l’omicidio, regolarmente denunciati. La Polizia ha poi accertato che l’uomo aveva utilizzato un’autovettura dello stesso modello ripreso dalle videocamere nei pressi dell’abitazione della vittima, considerato anche che non vi sono molti veicoli dello stesso tipo in circolazione a Vittoria, così come accertato presso la fabbrica costruttrice.

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“La sinergia investigativa tra Polizia e carabinieri e la valorizzazione di elementi tecnici come i tabulati telefonici della vittima e delle telecamere di sorveglianza hanno permesso di procedere tempestivamente all’individuazione dell’omicida del vigile del fuoco Giorgio Saillant”. Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Ragusa Carmelo Petralia, che in una conferenza stampa ha ripercorso le tappe della soluzione dell’omicidio del vigile del fuoco. “All’inizio il caso non sembrava di facile soluzione – ha aggiunto il sostituto Monica Monego – perché il delitto non era di facile lettura. Scartata subito la pista della criminalità organizzata, quando si è imboccata quella della sfera personale sono emersi alcuni particolari che ci hanno permesso di concentrare subito i sospetti sul fermato, che poi è stato molto collaborativo con l’autorità giudiziaria”.

“Non volevo ucciderlo: ho esploso un solo colpo per intimidirlo e pensavo di non averlo preso”. Così Filippo Assenza, 56 anni, ricostruisce davanti al sostituto procuratore di Ragusa, Monica Monego, l’attimo in cui la sera di due giorni fa a Vittoria uccide il vigile del fuoco Giorgio Saillant, 57 anni, che sospetta abbia da anni una relazione con sua moglie, che vive con lui a Londra. L’uomo è in carcere in stato di fermo per omicidio volontario. Il provvedimento è stato eseguito da polizia di Stato e carabinieri. La Procura ritiene che lui sia venuto apposta da Londra per ‘vendicare l’onore’ personale, ma Assenza contesta anche la volontà omicida. Lo aveva incontrato per caso, sostiene, “in auto, vicino alla villa comunale, che parlava con un donna”. E’ stata “una miccia che si è accesa, non ne potevo più…”. Per questo, assistito dagli avvocati Daniele Scrofani e Enrico Cultrone, al Pm Monego spiega di essere letteralmente “andato in tilt”. Si reca a casa della madre prende un fucile e va a casa del vigile del fuoco: “Lui era in auto – dice al magistrato – e io l’ho affiancato con la mia: l’ho visto sorridere a mo’ di scherno e ho sparato per mettergli paura, per fargli capire che doveva smetterla e lasciare in pace me e mia moglie”. Poi la fuga, “certo di non averlo colpito”. Domani si terrà l’interrogatorio di garanzia per la convalida davanti al Gip di Ragusa.

(ANSA)

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26 Gennaio 2016, 11:06

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