L'omicidio della Vucciria, funerali privati per Emanuele Burgio - Live Sicilia

L’omicidio della Vucciria, funerali privati per Emanuele Burgio

La cerimonia al cimitero di Sant'Orsola. Negato al padre, Filippo Burgio detenuto a Voghera, il permesso per partecipare alla funzione
PALERMO
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PALERMO – In forma strettamente privata è stato dato dai familiari l’ultimo saluto a Emanuele Burgio. I funerali pubblici erano stati vietati dal questore di Palermo Leopoldo Laricchia, dopo i caroselli per strada, i manifesti con il ritratto del defunto e i fuochi d’artificio in vari quartieri.

La cerimonia dell’ultimo saluto si è tenuto al cimitero di Sant’Orsola, a Palermo. La salma è stata già tumulata in un loculo acquistato dalla famiglia. Per motivi di sicurezza, il magistrato di sorveglianza ha rigettato l’istanza di concedere al padre di Emanuele Burgio, Filippo, un permesso per partecipare al funerale. La richiesta era stata presentata dall’avvocato Giuseppe Farina.

Filippo Burgio è rinchiuso nel carcere di Voghera dove sconta una condanna per mafia ed estorsioni. Emanuele Burgio, è stato ucciso la notte di tra domenica 30 e lunedì 31 maggio. Per il delitto sono stati arrestati Giovanni Battista, Matteo e Domenico Romano, rispettivamente di 29, 39 e 49 anni.

Intanto la Vucciria ricorda con botti e musica Emanuele Burgio, il 26enne ucciso due settimane fa dopo una lite con tre componenti della stessa famiglia – i Romano – con cui aveva avuto diverse discussioni dopo una lite stradale. Nei giorni scorsi la Questura aveva vietato i funerali pubblici per evitare disordini e assembramenti, ma il divieto non aveva impedito i fuochi d’artificio e le folla e la polizia era stata costretta a intervenire. Oggi nel quartiere di uno dei mercati storici di Palermo si sono ripetute le manifestazioni con oltre un centinaio di persone, molte giovanissime, che si sono concentrate sotto una gigantografia della vittima. Il ragazzo assassinato era molto noto nella zona. esperto di boxe, figlio di un capomafia, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco. Uno dei sicari fermati ha ammesso il delitto, che è stato ripreso dalle telecamere di alcuni locali della zona, e ha sostenuto che non si è trattato di una aggressione ma di legittima difesa visto che Burgio, giorni prima, aveva picchiato uno di loro e che stava per aggredirli nuovamente.


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