L’omicidio di Giuseppe Dainotti |Le piste degli investigatori

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19 Aprile 2018, 18:49

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CATANIA – Altro che caso chiuso. L’omicidio di Giuseppe Dainotti, trovato senza vita martedì mattina ai margini della SS 284 ad Adrano, ha ancora tutti i contorni di un giallo. L’ipotesi del fuoco amico, basata principalmente sulla testimonianza del custode, è solo una delle piste a cui gli investigatori della Squadra Mobile guidati da Antonio Salvago stanno lavorando. Una ricostruzione che resta tutta da confermare. E per avere un quadro preciso della dinamica sarà fondamentale la perizia balistica già disposta dalla magistratura. L’inchiesta – coordinata dalla pm Martina Bonfiglio e dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo – si muove quindi ad ampio spettro. E prima di escludere qualsiasi ipotesi si sta cercando di individuare l’altro complice, che avrebbe partecipato alla tentata azione criminale nell’autolavaggio, per poterlo interrogare.

Ma anche l’autopsia potrà dare una precisa svolta all’indagine sul tragico delitto. Anche perché sarebbero almeno due i colpi che avrebbero ferito il giovane 25enne di Librino. Uno all’addome, quello fatale, e l’altro lo avrebbe colpito di striscio. Il conferimento dell’incarico al medico legale Giuseppe Ragazzi sarà lunedì pomeriggio. L’esame autoptico si svolgerà all’obitorio del Vittorio Emanuele dove è stata trasportata la salma martedì mattina.

Intanto oggi pomeriggio è arrivata la convalida da parte del Gip dell’arresto del custode, M.S, accusato di detenzione illegale di arma da fuoco. Nel furgone che il 36enne ha usato per andare al Commissariato di Adrano martedì mattina per raccontare quanto era avvenuto quella notte all’autolavaggio i poliziotti hanno trovato due pistole, detenute irregolarmente. Armi che non sarebbero però collegate all’omicidio. “Il mio assistito si dichiara assolutamente estraneo – spiega l’avvocato Francesco Messina, difensore del custode – attendiamo gli sviluppi dell’inchiesta su cui vige il massimo riserbo”.

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Aspetta di sapere cosa è accaduto quella maledetta notte anche la famiglia Dainotti. “La mamma è disperata”, racconta l’avvocato Francesco Silluzio che assiste i familiari della vittima. “Aspettiamo lo svolgimento dell’autopsia per poter avere ragguagli”, aggiunge il legale. Solo dopo l’esame autoptico la magistratura darà il nulla osta per la restituzione della salma. I funerali, quindi, se non ci saranno intoppi si potranno celebrare tra martedì e mercoledì.  “Io ho già presentato richiesta per il fratello Emanuele, – spiega l’avvocato Silluzio – rinchiuso al carcere di Noto, per ottenere il permesso ad assistere ai funerali di Giuseppe. Stessa richiesta – aggiunge – ho avanzato ai vertici del carcere di Piazza Lanza dove è detenuto il padre Umberto”.

In questa storia al momento c’è un’unica verità: un ragazzo di 25 anni è morto. E davanti alla morte non ci sono commenti. Solo rispetto e silenzio.

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19 Aprile 2018, 18:49

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