L’omicidio di Saro Sciuto |Il boss: “Scollo? Non lo conosco”

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22 Maggio 2018, 16:49

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CATANIA – Qualche piccolo problema con il video collegamento e poi l’udienza davanti la Corte d’Assise di Catania è iniziata. Alla sbarra i fratelli Gaetano Marino, 27 anni, e Alessio Marino, 22 anni. Il primo è accusato dell’omicidio di Rosario Sciuto, detto U Sucaru. L’esponente di spicco del clan Mazzei è stato ucciso, crivellato da una raffica di pallottole, sotto l’androne di un palazzo del viale Moncada 13 nel 2011. Freddato con almeno 10 colpi di pistola.

Il processo è arrivato alle battute conclusive. Poche udienze e poi ci sarà la requisitoria del pm Giuseppe Sturiale che analizzerà pezzo per pezzo la delicata indagine che ha portato all’arresto dei Marino. In un primo momento era rimasto coinvolto anche il padre Raffaele che poi è stato ritenuto estraneo all’omicidio già in fase di indagini preliminari. L’accusa di omicidio è stata formulata solo nei confronti di Gaetano Marino, assistito dagli avvocati Mario Brancato e Andrea Gianninò. Ad accusare il giovane di Librino sono stati diversi collaboratori di giustizia che avrebbero saputo da più fonti il nome del killer che avrebbe ucciso “u sucaru”. Giuseppe Scollo, ex boss di Lineri, e anche Fabrizio Nizza, uomo d’onore del clan Santapaola fanno nomi e cognomi di chi gli avrebbe riferito i particolari dell’omicidio.

I difensori hanno citato alcuni pezzi da novanta della mafia catanese per chiedere conto e ragione di quello che hanno detto i collaboratori di giustizia. Orazio Magrì, boss santapaoliano e per un periodo reggente della cosca, in collegamento dal carcere de L’Aquila ha deciso di rispondere alle domande dell’avvocato Mario Brancato. “Lei ha mai saputo qualcosa circa l’omicidio di Rosario Sciuto, detto u sucaru?”, chiede il legale. “Io non so neanche di chi sta parlando”, risponde. E la risposta è la stessa quando l’avvocato chiede se conosce Giuseppe Scollo, il pentito. Insomma Orazio Magrì non conoscerebbe né l’esponente dei Mazzei ammazzato nel 2011, né tanto meno Giuseppe Scollo che avrebbe militato nella sua stessa famiglia mafiosa. Aldo Ercolano, figlio di Sebastiano, invece si è avvalso della facoltà di non rispondere. Salvatore Faro dice di non sapere nulla dell’omicidio di Rosario Sciuto e afferma di non averne mai parlato con Fabrizio Nizza, il pentito.

Quella sera di novembre del 2011 secondo la Procura a sparare sarebbe stato Gaetano Marino. Il 27enne avrebbe aspettato Sciuto nell’androne del palazzo di Viale Moncada 13. Appena ‘u sucaru’ ha premuto il tasto dell’ascensore sono partiti i colpi. Almeno 10. E alla fine il colpo di grazia alla testa con una  calibro 38. Dietro l’omicidio ci sarebbe stata la concorrenza nella gestione di una piazza di spaccio a Librino, ma non solo. Gaetano Marino avrebbe avuto una relazione amorosa con la figlia della vittima. Ma Sciuto avrebbe imposto alla figlia di troncare la relazione. E questo non sarebbe piaciuto a Marino.

Rosario Sciuto era riuscito a salvarsi da un agguato negli anni Novanta, quando era stata pianificata la sua eliminazione al culmine di una guerra intestina ai Mazzei. Invece è morto sotto l’androne di un palazzo di Librino, forse per mano di un giovane killer senza controllo.

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22 Maggio 2018, 16:49

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