29 Luglio 2014, 06:00
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PALERMO – I soldi per le provvigioni avrebbero fatto un giro vorticoso prima di finire nelle tasche di Marcello Massinelli e Fulvio R. I due professionisti sarebbero le menti, assieme ad alcuni manager della banca Nomura, della mega truffa costata 175 milioni di euro alla Regione siciliana. Dai due indagati arrivano poche, pochissime parole di replica. Entrambi dicono di attendere “con serenità” l’esito delle indagini. Massinelli aggiunge che da “otto anni vesto i panni dell’indagato e continuerò a farlo nella convinzione che l’inchiesta approderà ad un risultato per me positivo”. R spiega di avere fatto “sempre e solo il consulente delle banche, non ho mai ricevuto un euro dalla pubblica amministrazione”. Per il resto ci vorrà tempo prima che assieme ai loro avvocati studino le carte del sequestro.
Le provvigioni da loro incassate – circa 19 milioni di euro – sarebbero transitate dalla sede londinese della Nomura sul conto corrente di una società con sede a Dublino. Da qui, dirottati su una banca dell’isola caraibica di Anguilla. Poi, di nuovo in Europa, per la precisione a Lugano in Svizzera. L’ultima tappa sarebbe stata il rientro in Italia. E qui ci sono due testimoni. Due “spalloni” incaricati di fare rientrare i capitali dall’estero, trasportandoli in contanti e consegnandoli ai due professionisti. Il punto è che dei loro soldi i finanzieri non hanno trovato traccia. A Massinelli è stato sequestrato un appartamento nel centro di Milano che vale 400 mila euro; a R alcuni immobili a Casteltermini, un appartamento nel centro di Palermo e rapporti finanziari per un totale di 800 mila euro circa.
È un’indagine complicata quella coordinata dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dai sostituti Sergio Demontis e Daniele Paci. I pm palermitani hanno tracciato un nuovo filone investigativo che mette il naso nei rapporti fra consulenti bancari e politici, e punta dritto al cuore dell’alta finanza.
Grazie all’intervento di Massinelli e R l’affare della cartolarizzazione dei crediti delle aziende sanitarie, di cui si cominciò a parlare nel 2001, e la ristrutturazione dei debiti regionali attraverso l’acquisto di derivati sarebbe stato affidato dalla Regione alla giapponese Nomura nonostante, secondo gli inquirenti, si potessero ottenere condizioni migliori. Ad esempio, accettando la proposta di mutuo avanzata, ed invece scartata, dalla Cassa Depositi e Prestiti che, sulla base di una consulenza della Procura, “avrebbe consentito un risparmio di spesa per interessi di 115 milioni di euro”. In cambio due profesionisti avrebbero ricevuto provvigioni pesanti. Sul punto, però, c’è chi sostiene che il mutuo con la Cassa, in quel periodo, non potesse essere stipulato.
Massinelli avrebbe giocato la partita con un doppio ruolo. Da un lato consulente economico, dal 2001 al 2003, dicono i pm, della Presidenza della Regione e dall’altro procacciatore di clienti della Nomura. Il suo rapporto con la Regione era iniziato negli anni precedenti. “Un palese conflitto di interessi”, lo definiscono gli investigatori. R e Massinelli erano soci alla pari della Rossini srl ed hanno avuto rapporti stretti con Totò Cuffaro. Rapporti che risalgono a prima che il politico diventasse presidente della Regione. I due indagati, infatti, avevano ricevuto la delega ad operare su diversi conti correnti, in qualità di mandatari elettorali di Salvatore Cuffaro, nel corso delle campagne elettorali dal 2001 al 2008. E proprio Nel 2000-2001 R e Massinelli, tramite la Rossini (diventata L&M Consulting srl nel 2010) hanno ottenuto dalla Nomura un “incarico di promozione di affari”. L’idea della cartolarizzazioni nasce nel 2001, quando governatore era Vincenzo Leanza, ma fu concretizzato negli annu successivi, quando Cuffaro divenne presidente.
Nel 2007 Stefano Ghersi, responsabile dell’ufficio Capital Markets della banca, spiegò ai magistrati milanesi i rapporti fra la divisione italiana di Nomura, allora retta da Andrea Giordani, e i due professionisti palermitani. In particolare, raccontò che la Rossini indicò per il pagamento di una parte delle proprie competenze una società con sede a Dublino. Si trattava della Profitview Investments Ltd dietro cui ci sarebbero Massinelli e R. Ghersi aggiunse pure che la faccenda provvigioni fu trattata nel corso di una riunione piuttosto “vivace”. Alla fine, però, Nomura decise di effettuare i pagamenti alla società irlandese.
I pubblici ministeri di Palermo ritengono che Profitview fosse una società di comodo. I titolari occulti sarebbero stati Massinelli e R come emerse nel corso di una perquisizione. Nel 2009 negli uffici della Colombo Fiduciaria, la società che ufficialmente risultava avere rilevato la Profitview, saltò fuori il mandato di amministrazione affidato a Massinelli e R in cui si dava atto che fossero loro i proprietari della Profitview tanto da chiedere di essere rappresentati nel consiglio di amministrazione.
La loro mediazione per conto di Nomura si sarebbe concretizzato, sostengono gli investigatori, nel convincere i pubblici funzionari e i rappresentanti politici della Regione e il presidente del Consorzio Aziende Sanitarie siciliane, Marco Modica De Mohac (docente universitario, pure lui indagato e raggiunto dal sequestro ndr) circa la bontà della proposta di Nomura per la cartolarizzazione dei crediti delle aziende sanitarie. Un accordo che sarebbe costato alla Regione 115 milioni di interessi in più rispetto alla proposta di mutuo della Cassa Depositi e Prestiti.
I 19 milioni di euro riconosciuti da Nomura a Massinelli e Rsarebbero stati prima accreditati sul conto della Profitview Investments Ltd e poi trasferiti in una ulteriore società off-shore, la Navel Ltd6, anch’essa risultata nella disponibilità di Massinelli e R, con sede nell’isola di Anguilla e poi nei conti denominati “Tod’s” e “Church” che Massinelli e R avrebbero attivato in una banca svizzera. Come sarebbero rientrati in Italia? La chiave di volta investigativa arriverebbe dalle dichiarazioni di Piero Saldarini e Massimo Ceppi. Il primo nel 2010 ha messo a verbale che, tra il 2003 ed il 2006, “mi recavo per conto mio a casa del R, con la mia macchina che avevo imbarcato sulla nave… Massinelli mi è stato presentato da R… e cosi mi sono recato personalmente in Sicilia a consegnare il danaro contante. Mi sono recato a Palermo con la nave da Genova… per me non era importante da quale dei conti, quello denominato Tods di Massinelli o quello denominato Church di R provenissero i denari contanti… non ho mai portato più di un milione di euro…”.
Ed ancora Ceppi: “La collaborazione con la Banca Popolare di Sondrio è iniziata nel 2005/2006… il direttore mi ha chiamato presso gli sportelli di Lugano e davanti al direttore mi è stato presentato un cliente della banca, di cui non ricordo il nome… poteva avere circa 50/60 anni… tarchiato, era italiano, aveva accento del sud, penso napoletano o siciliano. Il direttore mi ha detto che il cliente aveva bisogno di ricevere del danaro in contanti in Italia. Questo lavoro veniva eseguito nella stessa giornata, ossia i soldi me li consegnava il cliente in banca e poi glieli consegnavo di solito a Como, appena dopo il confine, solitamente questo avveniva in un hotel a Como o dintorni… ricevevo i soldi in contanti in banca in Svizzera senza firmare nessuna ricevuta e li consegnavo a Como alle persone di cui ho detto prima senza pretendere nessuna ricevuta… ho consegnato i soldi sempre presso l’hotel Regina Olga…”. Si tratta di due verbali pieni di omissis. Segno che c’è ancora molto da chiarire.
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29 Luglio 2014, 06:00