26 Settembre 2024, 11:17
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CATANIA – “La pace nasce dal rispetto, dall’ incontro e dal dialogo” . Lo spiega l’Onu che, con una sua risoluzione del 1981, ha istituito la Giornata internazionale della pace fissandola poi, a distanza di vent’anni, nella data del 21 Settembre.
Un appuntamento per tutti gli Stati membri con attività educative e di sensibilizzazione sul tema della pace a cui ha aderito anche la Comunità Bahà’ì che lo scorso sabato ha organizzato nella sua sede di via Cagliari, 53 a Catania un incontro interreligioso.
Un incontro che ha visto la partecipazione del movimento dei Focolari, della Comunità islamica siciliana, del movimento rinascita cristiana, della Comunità dialogo e del movimento buddhista italiano Soka Gakkai. Un focus attento tenuto da Salvatore Maugeri, Claudia Milone e Gloria Tarda.
Dal dibattito è emerso come la pace, al momento minacciata da ben 56 conflitti armati distribuiti in tutto il mondo, non sia solo un affare da demandare al mondo politico ma sia, piuttosto, uno stato interiore da sostenere con una visione morale e spirituale.
Considerato che la povertà, le discriminazioni razziali e culturali e la ricerca disperata delle risorse naturali stanno alla base di ogni guerra, non basta cessare i conflitti armati per promuovere la pace: bisogna innanzitutto combattere le diseguaglianze economiche e sociali, garantire a tutti pari possibilità di istruzione perché l’ ignoranza genera solo odio e pregiudizio che sfocia poi in un conflitto permanente e bisogna, inoltre, insegnare ad ogni bambino il concetto di cittadinanza mondiale.
La Comunità internazionale Bahà’ì ha anche sottoposto all’Onu, che riveste un ruolo cruciale nella promozione della pace attraverso la mediazione dei conflitti e il monitoraggio dei diritti umani, una serie di proposte.
Tra queste l’instaurazione di una Commissione che promuova l’adozione di una lingua ausiliaria universale, un’ unica valuta e un’ unica scrittura, la necessità di rendere vincolanti le deliberazioni dell’ Assemblea generale, eliminando via via il diritto di veto e la figura dei membri permanenti, e di rafforzare il Tribunale internazionale acciocché le sue sentenze diventino applicabili per tutti gli Stati.
Come primo passo verso il completo disarmo, inoltre, bisognerebbe creare, secondo la comunità Bahà’ì, indipendentemente da ogni considerazione nazionale, una forza internazionale permanente che possa agire in caso di carestie e pandemie.
Un incontro appassionato e partecipato, dunque, che ha visto la pace non come una condizione possibile ma come una condizione inevitabile per lo sviluppo del nostro pianeta.
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26 Settembre 2024, 11:17