26 Gennaio 2017, 08:30
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PALERMO – Agli inizi da calciatore in Uruguay tra le fila del River Plate di Montevideo, e successivamente in Spagna al Racing Santander, ha ricevuto il soprannome ‘El Memo’, ovvero ‘distratto’, ma la sua carriera in Sardegna con il Cagliari da calciatore (chiusa con 314 presenze, quarto nella classifica di tutti i tempi tanto da entrare nella hall of fame del club sardo, ndr) ha dimostrato che Diego Lopez, nuovo allenatore scelto da Maurizio Zamparini e Nicola Salerno per guidare il Palermo, è tutt’altro che una persona sbadata e poco attenta. Lopez, classe ’74 nato a Montevideo il 22 agosto, da difensore centrale dei cagliaritani ha indossato anche la fascia di capitano dopo che l’attaccante honduregno David Suazo ha lasciato la Sardegna nel 2007 per andare all’Inter. La sua avventura dentro il rettangolo di gioco s’interrompe tre stagioni dopo con Massimo Allegri in panchina quando, nonostante numerose richieste per giocare nel suo paese, decide di appendere gli scarpini al chiodo per intraprendere la carriera d’allenatore.
Proprio l’attuale allenatore della Juventus campione d’Italia individuò in Lopez le caratteristiche adatte per ricoprire un ruolo di questo tipo già da calciatore. L’investitura del toscano servì dunque da spinta allo stesso Cagliari appena due stagioni dopo per affidargli la panchina prima dei Giovanissimi e poi della Primavera, con cui rifilò in una delle sue prime gare addirittura un 5-0 alla Juventus. Nel 2012 la chiamata in prima squadra come vice al fianco di Ivo Pulga e Pierluigi Correllas con i quali conquista una bella salvezza nel girone di ritorno con addirittura sei giornate d’anticipo che gli garantisce la riconferma nella stagione successiva come guida tecnica, stavolta con Pulga come vice.
La seconda esperienza alla guida dei sardi termina però con un esonero poco prima del termine della stagione con il Bologna, appena retrocesso in serie B, che lo sceglie per tentare la risalita in massima serie allestendo un organico immediatamente pronto per tentare la promozione. La stagione con i felsinei, primi per lunghi tratti della stagione, si chiude con una flessione che porta li porta al quarto posto in classifica e il successivo esonero anche da parte dei rossoblu. Da quel momento Lopez, che nel frattempo ha preferito prendersi un anno sabbatico per dedicarsi alla famiglia, non si è seduto più su una panchina di serie A nonostante le tante voci che lo avevano accostato già al Palermo in tempi non sospetti.
Due giorni fa dunque la chiamata decisiva da parte del duo Zamparini-Salerno, con il ds che ha lavorato personalmente con l’uruguaiano un paio di stagioni fa sotto la gestione Cellino, e la risposta positiva di Lopez che ha preso il primo volo per Milano e successivamente per il capoluogo siciliano dove lo attende un gruppo in piena crisi di risultati e di gioco. Forse il tecnico di Montevideo non apporterà novità particolari nell’impianto tattico, visti già gli scarsi risultati di tecnici altrettanto giovani come De Zerbi ed Eugenio Corini, ma probabilmente l’aver vissuto in dodici anni da calciatore a Cagliari l’esperienza di ben sedici allenatori diversi, con un presidente come Cellino vulcanico quasi quanto Zamparini, potrà di sicuro dare consigli sopratutto ai tanti giovani che compongono la rosa siciliana.
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26 Gennaio 2017, 08:30