L’opposizione contro Cinque | “Ha fallito, si dimetta”

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01 Marzo 2018, 13:50

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PALERMO – Pesante il giudizio politico del centrodestra bagherese sull’operato del sindaco Patrizio Cinque, autosospesosi dal Movimento cinque stelle. Una situazione che gli esponenti del centrodestra giudicano “una farsa” dal momento che Patrizio Cinque “fa ancora parte attiva del M5s”. L’operato dell’amministrazione è giudicato “fallimentare”. Parole che arrivano dai consiglieri comunali Rosario Giammanco (Noi con Salvini), Maurizio Lo Galbo, Filippo Tripoli, Gino D’Agati, Emilio Finocchiaro, Maddalena Vella, Angelo Barone, Massimo Cirano, Giuseppe Cangelosi, Paolo Amoroso, Michele Rizzo. Inoltre, Gino Di Stefano, in rappresentanza di due liste civiche di opposizione, Massimo e Carmelo Gargano (FI), Fabio Aiello (FdI).

“Cinque si dimetta subito. Fallimentare la sua esperienza amministrativa, pesante la sua vicenda giudiziaria, sebbene noi siamo sempre garantisti, indecente la sua, solo apparente, estromissione dal M5s”, sono state le parole di Lo Galbo, vicepresidente del consiglio comunale di Bagheria ed esponente del centrodestra. “Luigi Di Maio mente sapendo di mentire – prosegue Lo Galbo – e prende in giro tutti gli italiani: sa benissimo che Cinque, nei fatti, ancora fa parte di quel sistema a Cinquestelle, viene infatti sostenuto in Consiglio da 15 consiglieri comunali che fanno parte del M5s e viene supportato da sei assessori grillini, partecipa alle convention organizzate dal movimento come parte attiva, e fino a pochi giorni addietro ha preso parte alla presentazione dei candidati alla Camera e al Senato del M5s con tanto di intervento come sindaco presso il cine-teatro Roma di Bagheria. Ma c’è di più: il suo operato è fallimentare – ha aggiunto -. Basti pensare al disastro sull’edilizia scolastica. Tutte le scuole di Bagheria stanno crollando a pezzi, non c’è attività di programmazione ma solo improvvisazione e si procede per emergenze”.

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Secondo Lo Galbo il sindaco “ha disatteso punto per punto tutto il suo programma che sbandierava in campagna elettorale. Un esempio su tutti: la cernita degli assessori doveva essere fatta tramite curriculum, quindi in base alle competenze e alla professionalità. Invece ci ritroviamo assessori ‘nominati’ che non hanno nessuna attinenza con il ruolo che ricoprono, ma si trovano in quella posizione soltanto perché fanno parte di quel cerchio magico che risponde al ‘capo’”. Riguardo alla vicenda giudiziaria “coerentemente con le nostre convinzioni garantiste, fino all’ultimo grado di giudizio come previsto per legge, per noi rimane innocente. Il problema non è nostro – ha concluso – ma del M5s, secondo il quale anche un semplice avviso di garanzia sarebbe stato inaccettabile per un amministratore”.

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01 Marzo 2018, 13:50

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