19 Luglio 2017, 20:12
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CATANIA – Occhi negli occhi. Giuseppe e Paolo Mirabile, i due fratelli pentiti, uno davanti all’altro nell’aula bunker di Bicocca. Un’udienza singolare quella che si è svolta davanti alla Corte d’Assise di Catania presieduta da Concetta Spanto. I due collaboratori di giustizia sono stati messi a confronto per chiarire alcuni aspetti sulle modalità in cui sarebbe partito l’ordine che ha aperto la scia di sangue dopo il ferimento di Alfio Mirabile avvenuto nel 2004. Il “faccia a faccia” era stato chiesto alla Corte (che lo ha accolto) dai difensori di Dario Caruana, gli avvocati Maria Caltabiano e Giuseppe Passarello, che è accusato (insieme a Salvatore Guglielmino) dell’omicidio di Salvatore Di Pasquale freddato il 29 aprile 2004. Un omicidio che secondo la ricostruzione dell’accusa sarebbe stata la risposta al tentato omicidio del boss Mirabile. “Armani”, così era chiamato Di Pasquale, avrebbe gioito dell’agguato (anche se fallito) ad Alfio Mirabile.
Il nodo da chiarire è quello della modalità in cui sarebbe partito l’ordine di Giuseppe Mirabile di vendicare il fatto di sangue. Quest’ultimo racconta di aver spedito alcune lettere, mentre Paolo ha rivelato di aver ricevuto l’ordine di morte nel corso di un colloquio. I due collaboratori hanno risposto alle domande della Corte e anche dei difensori. Terminato l’esame dei fratelli Mirabile il processo è stato rinviato a ottobre. Pm e difensori integreranno le discussioni e le arringhe già discusse con quanto emerso dal confronto dei due fratelli. Alla sbarra anche Lorenzo Saitta accusato dell’omicidio di Michele Costanzo, ucciso il 3 maggio del 2004. Per i tre imputati il pm Liguori ha chiesto alla Corte la condanna all’ergastolo.
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19 Luglio 2017, 20:12