Cronaca

L’orrore nelle ambulanze: saranno sentiti i periti

di

04 Dicembre 2020, 17:43

1 min di lettura

CATANIA – Un’udienza tra Natale e Capodanno. Precisamente il 29 dicembre. È questa la data in cui continuerà, con l’esame dei consulenti nominati dalla Corte d’Assise, il processo scaturito dall’inchiesta ‘Ambulanze della morte’. Il barelliere Davide Garofalo, difeso dall’avvocato Salvatore Liotta, è accusato di aver “ucciso” almeno tre persone “iniettando con una siringa aria nelle vene” e così “cagionando la morte di alcuni pazienti” durante il trasporto dall’ospedale di Biancavilla a casa “per embolia gassosa”. I periti che hanno depositato le loro conclusioni saranno esaminati proprio sugli aspetti riguardanti le procedure che hanno portato al decesso dei malati.

Un racconto dell’orrore confluito nell’inchiesta coordinata dal pm Andrea Bonomo che è scaturita anche da alcuni servizi della trasmissione Le Iene. Anzi, gli inviati del programma televisivo sono stati ascoltati anche nel corso del dibattimento che è ormai alle fasi conclusive.

Gli imput, comunque, delle indagini provengono da due testimoni di giustizia: i fratelli Arena, imprenditori nel settore delle pompe funebri, che hanno deciso di raccontare gli inquietanti retroscena con ombre dei clan di Adrano e Biancavilla nel trasporto delle ambulanze. L’obiettivo sarebbe stato quello di racimolare qualche centinaia di euro e poi accaparrarsi l’organizzazione del funerale.

Articoli Correlati

I due fratelli hanno svelato questo orripilante business dopo aver denunciato i loro estortori. Le loro rivelazioni sono stati uno dei momenti cruciali della fase istruttoria del processo. Ma sul banco dei testimoni sono stati chiamati anche investigatori e testi che hanno raccontato altri passi dell’inchiesta che hanno portato il barelliere a giudizio. Un altro imputato sta affrontando il rito abbreviato che si dovrebbe chiudere il prossimo aprile.

Nell’ultima udienza ha partecipato anche il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno che ha immortalato il momento con uno scatto poi caricato sul suo profilo Facebook. L’amministrazione comunale e i familiari delle vittime sono parte civile nel procedimento.

Pubblicato il

04 Dicembre 2020, 17:43

Condividi sui social