Luca in the sky with Sicily

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28 Maggio 2013, 22:43

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Ciao Luca, ora che sei partito per la tua stella, con la fortuna di un biglietto di ritorno, porta lassù un po’ del sorriso della terra e portaci quaggiù un pezzetto leggero di cielo da potercisi avvolgere nelle giornate di idrofoba malinconia.

L’avresti mai detto, tu, un siciliano, figlio di un piccolo pianeta tragico e sfortunato in una terribile galassia: Alpha Sicilia? E invece eccoti lì, nella cabina di pilotaggio, pronto al decollo. Ed ecco lo speaker che fra le altre cose storpia il tuo nome “Luka Parmiteno” prima che il razzo diventi fumo e ti sollevi. Ma che importa? Quando cammini a due passi del sole, che importanza hanno i nomi di qui? Tutti i camminatori del cosmo hanno storie particolari da raccontare. C’è un aneddoto, una curiosità. Neil Armstrong una volta allunato esclamò, a parte il discorso storico: “Good luck mr, Gorsky”. Buona fortuna, signor Gorsky. Era una dedica a un suo vecchio vicino di casa. All’Armostrong bambino era capitato di sentire, attraverso mura sottili, cercando una bizzosa pallina da baseball, la moglie del signor Gorsky urlare al marito: “Farò sesso orale con te, quando il ragazzino della porta accanto camminerà sulla luna, capito!?”.

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E tu, Luca, tu sei come Neil, come quelli che non si accontentano dell’orizzonte e hanno la curiosità di guardare dietro, oltre il cielo di cartapesta, come se questo cammino fosse un Truman show, un viaggio nella scatola, per cui a un certo punto vai a sbattere contro lo sfondo e devi solo aprire la porta e sporgere la testa, superando le incrostazioni. Tu, come Neil, non ti sei fatto bastare questa domestica Matrix che ci facciamo bastare ogni giorno. Non ti sono state sufficienti le giornate dell’uomo che vive ad altezza d’uomo e va al cinema per vedere un film in cui ci sono prigioni costruite col pensiero e la consuetudine. E ride, il terrestre al cinema, non immaginando, non sospettando nemmeno che quella fantascienza sia la cronaca della sua vita.

Sei partito come tutti i bambini che, proprio da bambini, alla fatidica e idiota domanda: “Cosa vuoi fare da grande?”, rispondono: “Voglio fare l’astronauta”. Quesito imbecille in senso bidirezionale, ché né i bambini sanno cosa li aspetta, altrimenti chiederebbero asilo politico all’asilo, né i grandi hanno memoria di quando erano bambini. Poi tu sei pure arrivato. Hai continuato. Hai preso il volo e lo hai trasformato in passo. Tu, Luca, gioioso emigrante, ora che sei partito per la tua stella, sei come il Piccolo Principe che a caccia di stelle andava. Noi siamo ancora fermi alla finestra del signor Grosky. Per i bambini come te il cielo è l’unica terra possibile.

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28 Maggio 2013, 22:43

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