26 Dicembre 2016, 16:39
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PALERMO – Luce, gas, telefonia, ma anche contenziosi con banche e Poste. Gli utenti si ritrovano in un vortice di cavilli, telefonate e lettere di cui, a piangere le conseguenze, è quasi sempre il portafoglio. Sono soprattutto gli anziani ad essere presi di mira: da un giorno all’altro si rendono conto di aver cambiato gestore della linea telefonica o del servizio elettrico, ma non hanno mai firmato nulla. Risultato? Centinaia di euro da sborsare per la nuova attivazione in bolletta e tante domande senza alcuna risposta, anche contattando il servizio clienti.
Per evitare di finire in trappola, a Palermo è nato il Comitato di coordinamento delle iniziative per la prevenzione della truffe di natura finanziaria ai danni degli anziani e delle persone con bassa educazione finanziaria. E’ stato costituito in Prefettura a metà dicembre e a farne parte sono il segretario della commissione regionale Sicilia Abi, i rappresentanti delle forze dell’ordine e delle associazioni dei consumatori Adiconsum ed Assoutenti.
L’obiettivo è un lavoro di sinergia volto a sviluppare attività mirate all’informazione e alla formazione per permettere agli utenti di difendersi dalle truffe, evitando comportamenti economicamente rischiosi e mettendo in guardia le fasce di popolazione più esposte ai vari tipi di raggiri. “I nostri sportelli – spiega Marco Stassi, presidente di Adiconsum Palermo e Trapani – vengono quotidianamente presi d’assalto da utenti che sono stati truffati. Ritengo che i casi da segnalare siano quelli che non trovano soluzione stragiudiziale in quanto le società energetiche, disattendendo la normativa a tutela del consumatore, pretendono il pagamento delle fatture contestate. Tra questi casi sottolineo quello relativo all’attivazione di contratti senza il consenso dell’utente, ossia di contratti non richiesti: nella maggior parte dei casi, il consumatore ha accettato telefonicamente la proposta del venditore, ma ha esercitato entro i termini previsti dalla legge il diritto di ripensamento. A volte, inoltre, i contratti riportano direttamente firme che risultano false. In diverse occasioni la nostra associazione si è attivata per chiedere l’annullamento totale delle fatture emesse”.
Le truffe telefoniche. “In merito alla telefonia, negli ultimi due mesi – prosegue Stassi – ci sono state segnalate decine di presunte truffe ai danni di utenti ultraottantenni, una fascia di età più vulnerabile delle altre: secondo Adiconsum il garante dovrebbe adoperarsi per vietare la commercializzazione di contratti di telecomunicazione tramite call center o vendite porta a porta per clienti da una certa età in poi, visto che i gestori (spesso poco corretti), agiscono presumibilmente con dolo e premeditazione, per acquisire un’adesione la cui volontà è del tutto discutibile”.
Insomma, finire in un tunnel dispendioso è molto semplice, ma uscirne o tornare indietro diventa un’impresa. “Basti pensare alle offerte che riguardano la “fibra” – spiega il presidente di Adiconsum -. Attualmente, se un numero di telefono adotta questa opzione, non può essere migrato, né volturato o traslocato. Al cliente questa informazione fondamentale non viene fornita, ma indicata solo nelle condizioni generali di contratto, che oltre ad essere scritte con un carattere molto piccolo, vengono consegnate al cliente solo dopo l’adesione sottoscritta o registrata. Molte proteste riguardano anche la scarsa comprensione della lingua italiana da parte degli addetti ai call center che si trovano sempre più frequentemente all’estero, capita spesso infatti che l’operatore non capisca le esigenze dell’utente”.
Segnalazioni anche in merito al pagamento di tassi bancari: “Un consumatore ha richiesto assistenza perché sospettava gli fossero stati applicati dei tassi usurari su contratti di finanziamento stipulati tra ottobre 2014 e gennaio 2015 – spiega Stassi – e garantiti dal rilascio delle polizze di pegno su preziosi. Si è rivolto tramite Adiconsum, all’Abf, che ha accolto il ricorso sostenendo che, tenendo conto sia degli interessi passivi applicati in ragione del finanziamento e dell’’importo preteso a titolo di diritti di custodia, dichiarava il superamento del “tasso usura” e disponeva di conseguenza, il diritto del consumatore ad ottenere la restituzione degli interessi versati. Si tratta di una vittoria importante non soltanto da un punto di vista giuridico, ma soprattutto dal punto di vista sociale”.
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