27 Aprile 2021, 17:04
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CATANIA – Riflettori puntati, ancora una volta, sull’ex Palazzo di cemento. L’odierna Torre Leone è al centro delle richieste della Rete Piattaforma per Librino e del Sunia, che chiedono l’ascolto del quartiere e la sorveglianza “istituzionale” per l’edificio un tempo simbolo del degrado oggi riconsegnato alla città. Ma non completamente. Parlano di “L uci ed ombre per Torre Leone”, i rappresentanti della società civile e delle associazioni che, oggi più che mai di fronte ai fondi del Recovery che dovrebbero arrivare, lanciano un nuovo appello all’amministrazione.
“Siamo quasi in dirittura d’arrivo per quanto riguarda la soluzione del problema dell’amministrazione dell’immobile – scrivono. Tra qualche giorno gli assegnatari che hanno raccolto le firme (ne occorrevano il 60% su 96) per chiedere l’autogestione, potranno indire l’assemblea per procedere all’individuazione del o della professionista che si prenderà cura della manutenzione ordinaria”. La proposta de Sunia, si legge ancora, prevede che al professionista sia affiancato un comitato di collaboratori con una percentuale sul numero degli assegnatari, che avrà il compito di supporto.
“Restano però ancora tanti problemi irrisolti – scrivono ancora: gli assegnatari chiedono che all’esterno sia asfaltato il piazzale e che si trovi lo spazio non solo per le macchine, ma anche per realizzare i giochi per i più piccoli, chiedono che periodicamente si controlli il funzionamento dei contatori elettrici che alimentano gli ascensori, che venga realizzata una pulizia straordinaria con disinfestazione e derattizzazione in alcuni spazi abbandonati. Chiedono che siano risolti tutti i problemi che impediscono in molti appartamenti di avere accesso ad internet con difficoltà enormi per chi lavora in remoto e per i ragazzi in DAD. Resta poi il problema dei garage e dei primi due piani che riteniamo così come hanno da tempo chiesto le Associazioni di Librino e quelle che lavorano nella zona di viale Moncada debbano essere destinati ad accogliere uffici pubblici come per esempio un centro sociale, una sede dell’anagrafe, una biblioteca e una ludoteca, un distaccamento della polizia municipale”.
Secondo gli scriventi, ciò che occorrerebbe è “dare il senso che Torre Leone sia un palazzo sicuro in cui vivere e lavorare si può con agio, per questo siamo impegnati anche a richiedere, sostenendo il lavoro di altre associazioni, che a Librino, a partire proprio da viale Moncada in cui si sta realizzando la spina verde e in cui sono stati avviati da tempo gli orti urbani, si investa sul verde e sugli spazi esterni attrezzandoli per ospitare tutte le attività che a causa dell’attuale crisi sanitaria è opportuno svolgere all’esterno”.
La Rete delle associazioni e il sindacato, infine, ribadiscono che Il Viale Moncada in generale e la Torre Leone in particolare, “deve essere una scommessa per l’amministrazione e per le realtà del quartiere che da anni si battono affinché la legalità abbia il sopravvento. Non si possono consegnare le case e non pensare a quello che si sviluppa attorno al palazzo. Abbiamo appreso che l’Amministrazione sembra abbia deciso di utilizzare i fondi comunitari di agenda urbana per ri qualificare i primi due piani per realizzare strutture per anziani e persone con limitazioni dell’autonomia. Questo vuol dire non ascoltare le istanze e le esigenze del quartiere”.
Resta la preoccupazione che, alla prima distrazione, la situazione ritorni quella di un tempo. E l’edificio diventi nuovamente quel Palazzo di cemento dove a farla da padrona era la criminalità. “Ad una settimana dalle assegnazioni degli appartamenti, al sindaco, Prefettura e Questura, abbiamo inviato una richiesta di attenzione per alcuni segnali gravissimi che ci sono stati nel palazzo – scrivono ancora. Ci aspettiamo che anche il Comune faccia la sua parte non lasciando sole le persone e le associazioni. Questa zona di Librino deve vedere la presenza dello Stato, come diciamo da oltre 10 anni. I primi piani devono essere occupati dallo Stato, da pubblici uffici, come per esempio la Questura che ha dovuto trasferire l’intero ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico a San Giuseppe la Rena, o altri uffici pubblici per cui il comune paga dei fitti a privati. Ci aspettiamo, inoltre, quella partecipazione e quella co progettazione prevista appunto dai fondi comunitari, perché solo con la collaborazione tra amministrazione e territorio si possono vincere le sfide che abbiamo davanti, e quella della Torre Leone è una sfida troppo importante per il nostro territorio.
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27 Aprile 2021, 17:04