03 Gennaio 2012, 19:22
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“Oggi Piraino mi ha consegnato personalmente la lettera di dimissioni dalla carica di assessore che ho dovuto accettare in quanto si tratta di dimissioni serie, non una mera formalità, e in maniera seria mi sono state presentate. Ho assunto io l’interim in attesa, ovviamente, che venga assegnata definitivamente la delega all’assessore designato nei prossimi giorni. Ecco perché nei prossimi giorni e nelle prossime ore è necessario che io intraprenda una serie di colloqui per vedere come ricomporre il quadro, auspicando che l’Udc voglia ritrovare la via della collaborazione”.
Raffaele Lombardo entra a gamba tesa nel dibattito sulla tenuta della maggioranza alla Regione e dal suo blog dà un colpo al cerchio e uno alla botte, partendo proprio dalle fuoriuscita dell’Udc dal governo. “Si legge sui giornali che ci sarebbe l’intenzione dell’Udc a ricollocarsi politicamente guardando al Pdl. Non credo che questo sia fondato, peraltro smentito anche dagli esponenti di quel partito almeno in Sicilia. Ma non si tratta di guardare soltanto alla Sicilia. E’ chiaro che la scelta dell’Udc è un fatto di politica nazionale. In Sicilia è necessario comprendere se c’è un problema di riequilibrio della giunta o c’è necessità di caratterizzare la giunta di governo con un tasso di politica maggiore, e io condivido esattamente questa posizione, così come condivido ovviamente le preoccupazioni di un Udc che non riesce a seguire le scelte del Partito Democratico che è un alleato non soltanto solido ed affidabile ma indispensabile”.
L’Udc ha ragione, dunque, ma non si può fare a meno del Pd. Ci vuole il governo politico, ma senza i democratici non si può far nulla. Lombardo però si spinge oltre, puntando l’indice contro presunte ricostruzioni del centrodestra vecchio modello in Sicilia. “Sarebbe un nonsenso – scrive il governatore – che qualunque forza politica che si sia riconosciuta in questo lavoro, seppure pieno di imperfezioni e ritardi ma di straordinario valore per i prossimi vent’anni, non voglia percorrere i passi successivi. Ritrovarsi a questo punto col Pdl, andare ad allearsi con i fautori della restaurazione di un sistema che avrebbe portato la Sicilia al tracollo, significherebbe smentire l’impegno e il lavoro fatto, piaccia o non piaccia, e ripristinerebbe un modo di essere e di pensare e di atteggiarsi che sicuramente non è stato favorevole allo sviluppo della Sicilia”.
Detto questo, però, ecco la stoccata agli alleati democratici, anche in riferimento alle prossime amministrative di Palermo. “Comunque non c’è dubbio che tante cose sono da chiarire anche nel rapporto col Partito Democratico. Parliamo con chiarezza: il Pd, a partire dalla vicenda palermitana che può essere emblematica di quanto potrà succedere nei prossimi mesi, ci sta portando a far passare i giorni e le settimane in vista di chissà quali eventi. Da un lato sostiene una linea maggioritaria di appoggio al governo regionale, dall’altro, per la città di Palermo, pare operare in piena contraddizione con le scelte compiute a livello regionale. Questa è una cosa di cui non riusciamo a capire sinceramente ratio ed ispirazione e questo indubbiamente rischia di farci smarrire l’orientamento politico che è fondamentale per le scelte che dobbiamo fare. Non si può essere alleati oggi e avversari alle prossime scadenze elettorali, questo vale per tutti. Mi auguro che prevalga il buonsenso”.
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03 Gennaio 2012, 19:22