03 Febbraio 2014, 20:12
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PALERMO – Il ritorno del figliol prodigo Pierferdinando Casini nella casa del centrodestra agita la coalizione in continente, ma in Sicilia sembra per ora non suscitare troppi sussulti, almeno dentro l’Udc. I centristi siciliani mantengono la flemma, invitano a non bruciare le tappe e assicurano che il ritrovato abbraccio con Berlusconi e le sue truppe non avrà ripercussioni sul patto di governo siglato alle ultime regionali a sostegno di Rosario Crocetta. I centristi, piuttosto, vogliono tenere separate le questioni politiche romane dal rapporto col governo regionale, che certo non è stato dei più felici negli ultimi mesi. Ed è proprio “sull’efficienza dell’azione di governo”, spiega il segretario Giovanni Pistorio, che si misureranno i futuri rapporti tra Udc e Crocetta.
L’annuncio del riavvicinamento al centrodestra, dopo la grande illusione del terzo polo spazzata via da Grillo, non turba troppo i centristi siciliani. Che comunque aspettano il congresso nazionale, che si terrà dal 21 al 23 febbraio. È in quella sede che bisognerà discutere del futuro del partito, sempre più ridimensionato nei sondaggi. “Non vedo particolari sorprese rispetto a questa scia disegnata da Casini – commenta il capogruppo all’Ars Lillo Firetto -. È nel solco della tradizione di questo partito, che è nato alleato del centrodestra. Poi nacque il predellino, che voleva assorbire tutto in un unico partito, e da lì l’idea del terzo polo, che obiettivamente non esiste, perché il terzo polo oggi è Grillo”.
Secondo Giovanni Pistorio, “tutto il quadro politico va ristrutturato, con un progetto politico più moderno e credibile in un campo affine al Partito popolare europeo”. Ma senza fretta. Perché prima c’è il congresso nazionale, poi bisognerà capire che legge elettorale uscirà dal Senato, dove, osserva Pistorio, “il senso di morte dell’istituzione che pervade i suoi componenti può scatenare reazioni”.
E sì, perché è chiaro che l’Italicum, con quello sbarramento altissimo, all’8 per cento, per i partiti non coalizzati, spinge dritti tra le braccia del Cavaliere Casini e amici. Dopo questi due passaggi, ci sarà il test delle Europee. E bisognerà capire se già lì, Udc e Nuovo centrodestra di Alfano riusciranno a mettere in pista un progetto comune ispirato al Ppe. Passaggio tutt’altro che scontato.
A quel punto si aprirà la grande rincorsa verso le prossime Politiche. Possibile che questa mini alle fondamenta il patto che ha lanciato la candidatura di Rosario Crocetta? “Ogni battito d’ali di una farfalla ha effetto sul mondo – scherza Firetto -. Io però sto all’esito delle urne e vorrei che tutte le dinamiche della politica rimanessero ispirate a quello che hanno deciso gli elettori”. Insomma, i patti elettorali si rispettano. E l’Udc non intende metterli in discussione. “Noi siamo al governo e non vogliamo venir meno a questo dovere – assicura Pistorio -. Quello che può mettere in difficoltà la giunta non è questo, ma semmai un eventuale difetto di sintonia sull’azione di governo”. Insomma, il prosieguo del cammino di Crocetta non sarà turbato, secondo i centristi, da patti politici romani. Il tema, piuttosto, è quello del rapporto col partito siciliano sull’attività della giunta. L’Udc al riguardo si aspetta una verifica politica, dopo il congresso del Pd. “Se quello con Crocetta è un rapporto che ci fa sentire responsabili e coinvolti, questo rapporto noi lo conserviamo”, aggiunge il segretario.
Bisognerà capire se l’accelerazione di Casini verso il fidanzamento politico con Alfano, Schifani & C. potrà schiudere le porte a un ingresso del Nuovo centrodestra nella maggioranza di Crocetta, sul modello che a Roma sostiene Letta. Gianpiero D’Alia nelle scorse settimane lo ha auspicato apertamente. Ma l’operazione non sembra così semplice. Di certo, la sponda romana offerta da Schifani a Crocetta nei momenti di massima difficoltà prova gli ottimi rapporti tra il governatore e gli alfaniani. Che però potrebbe tradursi in altre forme di collaborazione e di accordi, magari a partire dai manager della sanità, ancora da nominare.
Quanto al resto del centrodestra, c’è anche chi un po’ storce il naso per il futuro ritorno dell’Udc. Come Saverio Romano, che oggi su Twitter ha commentato così la svolta dell’ex amico Pier: “Settembre 2010, invito Casini a scegliere il centrodestra con chiarezza. Oggi, Casini sceglie. Tre anni e una scissione dopo, che spreco!”.
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03 Febbraio 2014, 20:12