03 Luglio 2018, 11:19
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CATANIA – Ripensare il modello Irsap per rilanciare le zone industriali siciliane. Per sopperire alle inefficienze che caratterizzano la gestione delle zone industriali siciliane si potrebbero eliminare l’Irsap e le varie sedi periferiche e immaginare il rimescolamento delle competenze puntando al ruolo di primo piano delle Città Metropolitane e dei Liberi consorzi. La proposta arriva sul tavolo di Nello Musumeci direttamente dall’Ugl catanese. Per dimostrare la bontà delle loro intenzioni, i sindacalisti partono dall’esperienza non felicissima della zona industriale catanese: un dedalo di strade all’interno del quale le competenze di Regione, ex Provincia e Comune si confondono spesso e volentieri costituendo un comodo alibi che inchioda al suolo lo sviluppo dell’area che pure crea il 15% del Pil siciliano. Un’eccellenza siciliana depotenziata dalle innumerevoli criticità anche gestionali che la investono ormai da tempo immemore.
“L’esempio principe è quello della zona industriale di Catania, la cui competenza territoriale è divisa tra Regione Siciliana, Città metropolitana e Comune di Catania, senza coordinamento in materia di gestione e sviluppo. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, perché ognuno di questi enti fa quel che può, quando lo fa, ma non basta perché disagi ed assenza di prospettive sono ormai all’ordine del giorno”, spiegano il segretario generale territoriale Giovanni Musumeci, ed i segretari delle federazioni catanesi Metalmeccanici e Chimici, rispettivamente Angelo Mazzeo e Carmelo Giuffrida.
Un modo per contrastare l’alibi della competenza territoriale e concentrare i poteri gestionali nelle mani di un solo soggetto: Citta metropolitana o Libero Consorzio. Lo strumento proposto dai sindacalisti sarebbe una gestione condivisa attraverso una società “che veda seduti allo stesso tavolo le amministrazioni locali interessate, il tessuto imprenditoriale e produttivo, ma anche le parti sociali”. Da sempre i sindacalisti dell’Ugl lamentano l’esiguità delle risorse (circa 10 milioni annuali) investite per il fabbisogno di tutte le zone industriali siciliane. A conti fatti, appena sufficienti per la manutenzione ordinaria.
“La situazione attuale a macchia di leopardo sta continuando a penalizzare i siti produttivi siciliani, a causa del caos di competenze sul territorio e delle difficoltà operative in cui si è trovata in questi anni la Regione”, argomentano i sindacalisti. “Come lavoratori, facciamo appello quindi al governo regionale, alla politica siciliana, al mondo imprenditoriale, alle associazioni di categoria ed alle altre sigle sindacali, perché si trovi presto una sintesi tale da poter assicurare un futuro serio nell’interesse dell’economia e del lavoro nella nostra isola, ponendo fine alla stagione degli inutili e dannosi carrozzoni e nominifici della pubblica amministrazione, come fino ad oggi lo è stato l’Irsap, ma anche al vergognoso stato di degrado in cui versano le zone industriali”, spiegano.
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03 Luglio 2018, 11:19