02 Gennaio 2011, 20:50
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Davide è morto nel primo ritaglio di luce, quando tutti si preparano a rinascere. Non ha fatto in tempo a dire ciao a suo fratello. Vicino, eppure lontanissimo. Non ha fatto in tempo a baciare il suo amore. Lontano, eppure vicinissimo. Davide Scarfeo è morto a trentacinque anni, in un banale incidente, su un banalissimo raccordo, secondo il registro e la contabilità della cronaca. E’ morto all’alba del nuovo anno. I giornali online gli hanno dedicato poche righe, per antico cinismo dei cronisti. Infatti, gli abbiamo pure sbagliato il nome. Non Giuliano, Davide, come è stato scritto. Davide e basta.
A Capodanno muore sempre qualcuno, per incidente o per un botto scappato di mano. E’ il prezzo della felicità. I giornali, in simili frangenti, allargano le braccia. A Capodanno si muore. Si sa.
Davide (che non beveva, non si drogava e neanche col caffè esagerava) tornava da un evento organizzato da suo fratello Michele: una coppia fissa nel ramo. L’incidente sul raccordo autostradale per Trapani. Ora lui, Michele, dice di sentirsi un po’ in colpa. Ha torto. Nessuno conosce le strade tortuose del destino. Michele racconta: “Mio fratello lo chiamavamo il “Gigante buono”. Era un ragazzo meraviglioso. Aiutava gli umili. Non sopportava gli snob. Era legatissimo a nostra mamma. Da anni si era innamorato di Capo Verde e progettava di trasferirsi là”. Non per restare in solitudine. Per vivere con la donna che amava e che ancora non sa della sciagura. Un amico spiega: “Era un tipo gioioso. Era riuscito a indirizzare la sua vita come la voleva lui, nel senso migliore”. E’ una rara fortuna.
Il profilo di Davide, su Facebook, spiega il percorso pulito di questo ragazzone gentile, strappato ai suoi affetti sulla soglia della realizzazione perfetta dei suoi sogni. Una foto con la maglia del Milan. Uno che scherza su Balotelli in rossonero. I suoi auguri per Capodanno. La data riporta: “Venerdì alle 15.35”. Poi, i messaggi di cordoglio. Michele ha scritto per lui: “Il Gigante buono dà un bacio a tutti i suoi amici”.
Gli amici, adesso, non smettono di piangere. Davide ha incontrato la morte all’alba, quando tutto il mondo apre gli occhi, ricomincia. Voleva vivere con la sua ragazza, da uomo buono e generoso. “Era gigante soprattutto nel cuore”, dice chi l’ha amato. Un vento cattivo se l’è portato via sul più bello. E non è giusto. Ed è normale incazzarsi e piangere e prendersela con Dio.
Ma i sogni sono tutti qui. Intatti e seminati per gli anni e i giorni che saranno. Basta stendere la mano e sfiorarli. I sogni di Davide sono qui.
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02 Gennaio 2011, 20:50