L’ultimo pasticcio del governo | Samba dirigenti, Lupo in stand-by

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26 Febbraio 2015, 19:49

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PALERMO – È stato un dirigente fantasma per un mese e mezzo. C’era, ma in realtà non c’era. Alla fine, Marco Lupo ha rinunciato. Non sarà lui il nuovo dirigente generale del dipartimento Territorio e ambiente. La giunta di Crocetta ha deciso di attribuire l’incarico ad interim a Maurizio Pirillo. Un finale ampiamente annunciato, sotto certi aspetti. E già un mese fa Livesicilia aveva raccontato l’ennesimo pasticcio amministrativo del governo.

Lo scorso 13 gennaio la giunta aveva formalizzato l’incarico. A Lupo era stato proposto un contratto quinquennale. Da esterno. Nonostante le ripetute censure della Corte dei conti sull’utilizzo, appunto, di dirigenti “non di ruolo”. Più costosi e superflui, considerato il numero dei dirigenti siciliani: quasi 1.800. I più numerosi d’Italia, considerato il rapporto col numero complessivo dei dipendenti regionali. Ma la procedura seguita per la nomina di Lupo era già piena di ombre. Stando alla relazione che accompagna la delibera di giunta del 13 gennaio scorso, infatti, il governo, prima di procedere all’incarico – come prescritto dalle norme nazionali, a partire dalla “legge Brunetta” – ha avviato lo screening del personale della Regione. Il governo, insomma, si sarebbe posto la domanda: c’è, tra quei 1.800 dirigenti siciliani, uno, uno solo in grado di ricoprire il ruolo di direttore dell’Ambiente?

Stando alle carte che accompagnano la delibera del 13 gennaio, la risposta è negativa. L’unico dirigente generale di prima fascia “disponibile”, cioè Marco Salerno, avrebbe ricoperto finora “incarichi non attinenti alla materia e alle connesse problematiche dell’incarico da assegnare”. Anche i 32 dirigenti di seconda fascia individuati non sarebbero adatti a svolgere quel compito. Nemmeno per i 28 dirigenti di terza fascia con i requisiti minimi, purtroppo, c’è stato scampo: hanno finora guidato solo “unità operative di base”. Cioè l’articolazione più semplice dei dipartimenti regionali.

Uno buono tra quei 1.800, per il governo, non c’era. E allora, ecco la necessità di chiamare Lupo. Che però, come detto, non potrà insediarsi. Al momento infatti ricopre il ruolo di dirigente generale dell’Arpa, a Roma. E gli accordi non gli consentono di liberarsi facilmente. Il risultato? Dal 13 gennaio, mandato via Gaetano Gullo, il dipartimento ha un dirigente generale fantasma. Un po’ come era accaduto già in passato, ad esempio, con Tano Grasso, scelto da Crocetta come guida del nuovo “dipartimento tecnico”, ma mai insediatosi su quella poltrona.

Un pasticcio che ha finito, tanto per cambiare, per ripercuotersi sui siciliani. Come hanno denunciato i deputati del Movimento cinque stelle, che hanno parlato di un dipartimento bloccato, di “aziende fornitrici non pagate (pur con i mandati pronti per la firma), Commissione europea senza risposte sulle attività dei progetti Life, piani di utilizzazione del demanio marittimo congelati, Comuni e imprese che attendono autorizzazioni ambientali costrette ad aspettare. E dipendenti a tempo determinato senza stipendio. Sono alcune della conseguenze – spiegano – dell’assenza del dirigente generale al Dipartimento Regionale dell’Ambiente. E’ assurdo – hanno protestato i parlamentari del Movimento 5 Stelle – che tante importantissime attività debbano essere bloccate da cervellotiche scelte del governo Crocetta. Si poteva e doveva prevedere prima che Lupo avrebbe avuto difficoltà a svincolarsi dagli impegni assunti in precedenza, anziché cacciarci in un vicolo cieco, bloccando le importantissime attività di un dipartimento”.

Per la Corte dei conti, come emerge chiaramente dall’ultimo giudizio di parifica, le continue rotazioni dei capidipartimento creano un danno alla normale attività amministrativa e nello specifico rendono assai più difficile la spesa dei Fondi europei. Ma la nomina di Pirillo all’Ambiente, non fa che mettere una pezza. Tra un mese, infatti, scade il contratto del dirigente. Bisognerà nominarne probabilmente un altro. Sarebbe il quarto in poco più di tre mesi. Compreso, ovviamente, il “dirigente fantasma”.

Ma la “samba” dei dirigenti (per usare un ballo caro al governatore) non si ferma al dipartimento Ambiente. Il capodipartimento ai Beni culturali Rino Giglione viene “trasferito” all’Urbanistica, alla fine del braccio di ferro con l’assessore Antonino Purpura. Giglione recentemente era stato “sconfessato” sulla vicenda della piscina dell’assessore Mariarita Sgarlata, considerata abusiva in un primo momento. Uno scandalo sgonfiatosi ben presto, con l’archiviazione da parte dei magistrati, quando però l’assessore era stato già cacciato dalla giunta, per far posto (per poche settimane) al giovane Piergiorgio Gerratana. Un caso, quella della piscina che coinvolse anche il soprintendente Beatrice Basile, prima sospesa e poi, solo recentemente reintegrata. Lo stesso Purpura, a fine gennaio aveva “stoppato” un nuovo tentativo di rotazione di altri tre dirigenti siracusani voluto da Giglione. Alla fine, a essere “ruotato” è proprio quest’ultimo. Che viene sostituito dal dirigente Gaetano Pennino. Alla Famiglia confermata invece Antonella Bullara. Almeno in quel dipartimento non bisognerà ricominciare tutto da capo.

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26 Febbraio 2015, 19:49

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