09 Settembre 2020, 06:01
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Gli ex grillini spiegano le ali e volano in direzione ostinata e contraria. “Attiva Sicilia”, formazione politica nata dallo strappo con il Movimento Cinquestelle, prende ufficialmente posizione sul referendum sul taglio dei parlamentari. Un secco “no” è la risposta che segna ufficialmente una distanza siderale dei figli ribelli dalla mamma pentastellata. La deputata regionale Angela Foti non usa mezzi termini e spiega il perché della scelta. “Noi di Attiva Sicilia sosteniamo il no al referendum perorando la causa con i mezzi che abbiamo a disposizione, come i social, e dando una mano ai comitati che stanno nascendo il giro per le province”, racconta.
Poi snocciola una serie di punti di debolezza della riforma. “Vogliamo sfatare il mito dei risparmi perché non si risparmia sui costi della politica bensì sulla democrazia: nelle varie regioni la rappresentanza viene ridotta in percentuali diverse e non ne capiamo la ratio”, spiega. “La Sicilia verrebbe a perdere una buona fetta di rappresentatività con una forte sproporzione alla Camera, inoltre riteniamo che l’assenza di una buona legge elettorale che introduca il voto di preferenza sia una delle cause della disaffezione degli elettori che disertano le urne”, aggiunge. Foti risponde a chi fa notare che la riforma è sempre stata un cavallo di battaglia del Movimento e che la posizione odierna potrebbe sembrare strumentale. “Facciamo chiarezza: la riduzione dei parlamentari era uno dei temi, ma se si va a guardare una vecchia votazione su Rousseau risulta come settimo punto con l’avallo di 2500 votanti, cioè poca cosa rispetto a tutte le cose interessanti presenti nel programma del Movimento: questa era una cosa di quart’ordine”, argomenta e aggiunge che semmai si tratta di “un cavallo di battaglia della Lega”. Poi fa un passaggio sul leader del Carroccio e lancia una bordata agli ex compagni di movimento. “Salvini è un po’ ambiguo, è per il sì ma lascia libertà agli elettori come per altro sarebbe giusto dato che si tratta di argomenti che riguardano la Costituzione, riflessioni che non si possono fare sulla base delle indicazioni di un partito, un partito come il Movimento Cinquestelle che ancora non ha smentito gli articoli nei quali si parla di punizioni per chi non si schiererà per il sì”, aggiunge Foti.
Sulla stessa lunghezza d’onda il deputato regionale Sergio Tancredi. “Ci siamo schierati per il no in maniera netta perché analizzando tutte le motivazioni sul taglio le abbiamo trovate strumentali, anche alla luce del fatto che nel 2016 abbiamo difeso la Costituzione e non abbiamo cambiato idea, semmai è il Movimento che ha cambiato idea”, argomenta Tancredi. “Nel 2016 il Movimento sosteneva che il risparmio sarebbe stato minimo e il taglio di rappresentanza devastante: questa motivazione oggi è altrettanto valida”, attacca. “Il risparmio economico è ridicolo e il taglio dei parlamentari altrettanto devastante perché intere porzioni di territorio resteranno senza rappresentanza”, insiste. C’è poi una questione tutta siciliana che desta non poca preoccupazione. “La Sicilia sarebbe la regione con il maggiore taglio di rappresentanza e passerebbe da 77 a 48 rappresentanti, già abbiamo un problema in termini di rappresentanza che determina l’arretratezza della regione, se aggiungiamo un ulteriore taglio che penalizza le città più piccole, si crea un danno che non possiamo permetterci”, spiega.
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09 Settembre 2020, 06:01