14 Dicembre 2014, 16:32
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CATANIA – Pulizia straordinaria della scogliera e del tratto di mare antistante piazza Europa. Ma anche dei fondali. (VIDEO) Domenica scorsa, per la seconda volta, il lungomare è stato ripulito dai volontari del gruppo RipuliAmo Catania, affiancato da sommozzatori delle associazioni DNA Shock e INFP Catania. La parte terrestre del lavoro, nella zona in cui d’estate si monta il solarium comunale, ha visto muoversi quaranta persone in mezzo agli scogli e lungo il costone lavico. “E’ il quarto di questi eventi, ed è stato il più faticoso”, afferma Vincenzo Torrisi, che da settembre 2014 coordina il gruppo. “Abbiamo riempito circa trentacinque sacchi, di cui sei di bottiglie in plastica. Per il resto, lastre di cartongesso, bottiglie di birra a centinaia, chiodi, tubi e tavole di legno da solarium. Intendiamo proseguire questo lavoro di sensibilizzazione”.
Secondo il suo stile, il gruppo ha anche lasciato alcuni cartelli che invitano, con ironia, a mantenere pulito il lungomare. “E’ stata la mia prima esperienza”, racconta C.P., una volontaria. ”Mi ha colpito la comunanza che si crea anche tra estranei in una situazione del genere. Abbiamo lavorato a coppie, divisi in gruppetti secondo il tipo di rifiuti da rimuovere, tutti con guanti e sacchi neri. Ho avuto il discutibile onore di trovare l’unica siringa della giornata; non è stato facile, i rifiuti s’incastrano in mezzo agli scogli e non si riuscivano a estrarre. Poi c’erano i passanti che ci osservavano a grande distanza, gridandoci ‘Grazie!’…prima di andarsene. Penso anche che le autorità cittadine guadagnerebbero credibilità, se s’impegnassero in prima persona sporcandosi le mani lì con noi. Altrimenti è come cambiare tutto…ma per pochissimi secondi”. L’assessore D’Agata, presente sul posto, ha seguito una parte dei lavori e promesso d’indagare sullo scarico abusivo dei rifiuti speciali rinvenuti in quest’occasione. Ha anche accolto la richiesta di un incontro volto a coordinare iniziative future.
Sul versante subacqueo, cinque operatori – già formati anche presso la Protezione Civile- hanno rimosso cumuli di lenze, cordame, copertoni e una quantità sconcertante di filtri di sigaretta, ammucchiati sul fondale sabbioso in grossi cumuli. In questo caso si tratta degli effetti delle ultime mareggiate che hanno spazzato gli scogli e la strada (soprattutto nei tratti non più protetti). Appare difficoltosa la rimozione delle reti da pesca, che avvolgono gli scogli tra -20 e -30 metri di profondità, senza distruggere gli organismi marini che le hanno colonizzate. Particolare attenzione si è poi dedicata a liberare alcuni animali marini dagli spezzoni di rete.
“Di questo luogo dovremmo aver cura noi stessi, da subacquei, invece di organizzare eventi a sfondo commerciale”, sostiene Graziano Trovato, uno dei due istruttori presenti. “Il fondale appare spoglio, ma c’è tantissima vita. Se le istituzioni ci sostenessero, potremmo muoverci in modo ben più efficace: magari con un’imbarcazione d’appoggio in superficie, perché i recuperi da terra sono molto meno immediati”.
La giornata si è conclusa nell’idea di aver realizzato un’azione minima ma sicuramente necessaria, soprattutto a creare una contro-cultura realizzativa. Da più parti si stanno progettando (e compiendo) nuove iniziative simili, con la comune speranza che possano ampliarsi fino a interessare gli enti pubblici competenti.
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14 Dicembre 2014, 16:32