L’uomo ucciso in via Falsomiele | Moglie e figli restano in carcere

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07 Gennaio 2019, 20:46

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PALERMO – Restano tutti e tre in carcere. Sono gli autori dell’omicidio di Pietro Ferrera, ucciso con 33 coltellate il mese scorso in un appartamento di via Falsomiele a Palermo. Il primo colpo è stato inferto dalla moglie Salvatrice Spataro, poi sono intervenuti i due figli Mario e Vittorio, anche loro armati di grossi coltelli da cucina. Ed è esplosa la rabbia.

Il Tribunale del Riesame non ha depositato le motivazione. Una volta rese note il legale degli indagati, l’avvocato Maria Antonietta Falco, farà ricorso in appello. Sin d’ora, però, parla di “decisione ingiusta, visto che non ci sono esigenze cautelari. Si tratta di un fatto gravissimo e nessuno lo nega. Anzi, i protagonisti hanno subito confessato. Perché allora mantenere la custodia cautelare in carcere? Questa è davvero giustizia?”.

Il legale stamani ha incontrato i suoi assistiti. Sono ancora sotto choc e non ricordano bene cosa sia accaduto. Si rammaricano per il fatto che nessuno si sia interrogato sul perché si sia scatenato il loro raptus di follia al culmine di una vita di pressioni, mortificazioni e violenze. 

Tenerli in carcere, aggiunge il legale, “significa accanirsi contro persone che da vent’anni subiscono una situazione terribile. Si tratta di persone per bene, incensurate, che hanno subito confermato quanto fosse accaduto che da troppo tempo vivevano una condizione di prostrazione fisica e psichica”.

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Secondo la confessione degli stessi autori del delitto, raccolta dal pm Gianluca De Leo, la donna era stata chiamata dal marito in camera da letto. Voleva avere un rapporto sessuale, lo pretendeva come accadeva sempre, nonostante il rifiuto della donna. Che una volta entrata in stanza, mentre il marito era disteso ma girato, lo ha colpito al collo.

I figli hanno sentito le urla e sono corsi nella stanza entrambi armati. Sostengono che era loro intenzione soltanto difendere la madre. Pietro Ferrera ha reagito con veemenza, aveva ferite alle braccia e alle mani, oltre a quelle nel collo e al torace. Nessuna premeditazione, dunque. Né, a dispetto del numero di colpi, l’intento di infierire sulla vittima quando era già priva di sensi. Ad intervenire nella casa sono stati i poliziotti della squadra mobile. Si sono ritrovati di fronte a una scena raccapricciante.

 

 

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07 Gennaio 2019, 20:46

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