Peculato ed estorsione| Imprenditore condannato

di

24 Gennaio 2019, 19:11

1 min di lettura

PALERMO – Reggono le accuse peculato ed estorsione ai danni di una dipendente, mentre sono state dichiarate prescritte le ipotesi di truffa e appropriazione indebita.

Elio Lupo è stato condannato a 5 anni e 8 mesi di carcere dal Tribunale presieduto da Benedetto Giamo. Il pubblico ministero aveva chiesto 9 anni. Assolto Dario Maratea, difeso dall’avvocato Francesco Giarruso. Si tratta di un ingegnere che ha lavorato per un periodo con Lupo.

Lo scandalo giudiziario lo travolse nell’estate 2012 assieme alla sua Elle Group srl. Secondo l’accusa, l’imprenditore, titolare di sale bingo e centri scommesse, avrebbe ottenuto un milione e 300 mila euro per aprire un museo del gioiello antico siciliano e delle arti minori all’interno di Palazzo Castrone S. Ninfa di Palermo. Un progetto mai decollato. L’imputato avrebbe fatto emergere pagamenti di fatture mai avvenuti con il solo obiettivo di incassare i contributi, e realizzando così una presunta truffa da un milione e mezzo di euro, poi sequestrati all’imprenditore. Il reato è andato prescritto.

Articoli Correlati

A Lupo venivano contestati degli episodi di estorsione ai danni dei dipendenti dei suoi centri scommesse costretti a lavorare in nero e minacciati continuamente di licenziamento. Un’impiegata sarebbe stata obbligata a rientrare in servizio nonostante fosse in maternità. Un altro capo d’imputazione riguardava l’alterazione dei dati comunicati ai Monopoli di Stato attraverso il sistema informatico che registra le giocate. Inoltre, l’imputato, titolare anche di una società che gestiva la vendita nei distributori automatici dei biglietti Amat, non avrebbe versato i proventi dei ticket all’azienda dei trasporti locali. Per tutti questi reati il pubblico ministero Maurizio Agnello aveva chiesto la condanna.

 

Pubblicato il

24 Gennaio 2019, 19:11

Condividi sui social