03 Dicembre 2018, 10:16
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PALERMO – Restano indagati, ma il Tribunale del Riesame di Caltanissetta ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare per i fratelli Cesare e Antonino Lupo di Brancaccio e Salvatore Gambino del Borgo Vecchio. I primi due rimangono in carcere perché detenuti per altre vicende, mentre Gambino torna libero. Non si conoscono ancora le motivazioni con cui il collegio presieduto da Andrea Salvatore Catalano ha accolto il ricorso degli avvocati Riccardo Bellotta ed Vincenzo Giambruno.
Secondo l’accusa, I soldi della mafia sarebbero stati investiti nel settore della raccolta e dello smaltimento di rifiuti, ma anche in macellerie, pollerie e macchinette per la distribuzione di bevande. Il tutto attraverso una serie di imprese intestate a prestanome.
La nuova ordinanza di custodia cautelare aveva colpito i Lupo già detenuti. Cesare sta scontando a L’Aquila una condanna definitiva a 28 anni. Faceva parte assieme ad Antonino Sacco e Giuseppe Faraone del triumvirato alle dipendenze del capo mandamento Giuseppe Arduino, l’uomo incaricato di gestire il patrimonio dei fratelli Giuseppe e Filippo Graviano. Antonino Lupo, detenuto a Palermo, lo scorso luglio è stato condannato in primo grado a 12 anni con il rito abbreviato che gli ha dato diritto allo sconto di un terzo della pena.
Il fascicolo è passato da Palermo a Caltanissetta per il coinvolgimento di un ex vice procuratore onorario, Tommaso Scanio.
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03 Dicembre 2018, 10:16