06 Aprile 2013, 19:32
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PALERMO – Arrivano le prime reazioni dopo l’applicazione dell’articolo 37 dello Statuto siciliano. Secondo il senatore del Megafono Giuseppe Lumia, “Per la prima volta nella storia lo Stato riconosce l’autonomia siciliana, perché con il governo Crocetta abbiamo dimostrato di essere una Regione responsabile. Abbiamo cominciato a smontare – aggiunge – il paradigma, costruito dalle classi dirigente locali e nazionali che si sono susseguite nel corso degli anni, di una Sicilia terra di consumo. E’ finito il tempo in cui il governo regionale andava a Roma a chiedere risorse per alimentare a Palermo assistenzialismo e clientele. Oggi la Sicilia è una Regione che dà l’esempio, che taglia gli sprechi e investe in innovazione e sviluppo”.
“L’applicazione dell’articolo 37 dello Statuto siciliano è uno dei pochissimi atti positivi del governo Monti. La Sicilia oggi vince una battaglia che va avanti da decenni. Sono un deputato regionale che dal 1984 spinge per ottenere questo diritto che pone la Sicilia in condizioni di crescere economicamente secondo un modello fiscale che supera anche quello iper autonomistico della Catalogna”. Questo il punto di vista di Pippo Gianni, deputato regionale del Centro Democratico e componente del gruppo Misto all’Ars. “Ora possiamo fare da soli e con successo – aggiunge – Mancano solo altri due scogli che sono rappresentati dagli ostacoli sulll’applicazione degli articoli 36 e 38 dello Statuto. Intanto ci prendiamo la soddisfazione di vedere pagare le tasse alle banche ed alle imprese della grande distribuzione che operano in Sicilia”.
“Il riconoscimento dell’art 37 dello Statuto da parte del governo nazionale è un grande risultato del governo Crocetta per il bene della Sicilia”. Lo afferma il segretario regionale del Pd, Giuseppe Lupo. “Ci consentirà di ottenere più risorse per lo sviluppo ed il lavoro, che sono le priorità dell’azione di governo. La credibilità e l’impegno del presidente Crocetta – ha concluso – hanno aperto la strada al riconoscimento di un diritto fino ad oggi negato dallo Stato alla Sicilia”.
Secondo il leader di Voce Siciliana, Michele Cimino, “le imprese che operano in Sicilia, sebbene hanno sede legale fuori dalla Regione, devono pagare le loro imposte in Sicilia. Finalmente un risultato storico, quello conseguito oggi, al quale perseguo da anni e al quale ho dedicato anche diversi studi. Merito al presidente Crocetta, ma adesso non bisogna fermarsi. Ora – spiega – bisogna portare avanti la battaglia per cassare la parte dell’art.36 dello Statuto siciliano che riserva allo Stato le imposte di produzione. Una sorta di truffa che fu deliberatamente fatta ai danni dei siciliani. Sulla questione nel 2011 ho presentato un disegno di legge voto approvato dal Parlamento siciliano all’unanimità. Oggi posso dire, da siciliano e da autonomista convinto, con orgoglio, che vinceremo anche questa sfida. Con i soldi derivanti dal gettito delle imposte sarà possibile in Sicilia invertire la tendenza per costruire un sano e forte sviluppo del territorio”.
“Il governo nazionale ha tagliato i fondi ex art. 38 dello Statuto che annualmente Roma riconosce alla Sicilia, e Crocetta per tutta risposta spaccia questi spiccioli per nuove entrate ex art. 37″. Lo afferma il capogruppo del Partito dei Siciliani-Mpa all’Ars Roberto Di Mauro. “Crocetta – dice – escogita oggi un nuovo finto annuncio ad effetto, sulla base di una rivendicazione verso il governo nazionale in un momento in cui tra l’altro siamo senza Governo né pieno potere delle Camere. Il governatore, che si è presentato cappello in mano ad elemosinare a Roma qualche briciola, ha ottenuto fondi, come ogni anno, ai sensi dell’art. 38 che indennizza la Sicilia per i ritardi infrastrutturali della nostra Isola. Ma questa volta, rispetto al passato, questi fondi riconosciuti, che Crocetta spaccia per fondi ex art. 37, sono stati ben poca cosa rispetto agli anni precedenti. L’annuncio è dunque un annuncio-beffa, aggravato dalla menzogna, perché è stato il Governo Lombardo, e non il governo televisivo di Crocetta, a rimettere i conti in ordine riconquistando credibilità a Roma”.
“Il via libera da parte del governo all’applicazione dell’articolo 37 dello Statuto siciliano sia un punto di partenza e non d’arrivo, quel grimaldello utile a scardinare le recenti ritrosie del governo regionale a ragionare di sviluppo e politica industriale”. Così il coordinatore regionale siciliano di Grande Sud, Michele Mancuso. “Avere a disposizione più risorse – continua Mancuso – non significa libertà di utilizzo ma maggiori responsabilità nell’allocazione ottimale, soprattutto attraverso misure per l’incentivazione alla creazione di nuovi posti di lavoro. Non si sprechino questi denari con inutili finanziamenti a pioggia – conclude Mancuso – ma si strutturi una task-force per individuare le criticità del settore produttivo siciliano e intervenire per liberare lo sviluppo dall’assistenzialismo deleterio”.
“L’applicazione dell’articolo 37 dello Statuto deve trovare ora una piena attuazione, con apposito decreto, che dia all’isola quell’extra gettito finora negato. Con una situazione economica in ripresa, la Regione potrebbe ottenere a regime oltre 300 milioni di euro. E’ auspicabile che già da quest’anno parte delle nuove entrate vada a finanziare il credito d’imposta per rilanciare l’economia”. Lo afferma Marco Forzese, deputato regionale dei Democratici riformisti per la Sicilia.
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06 Aprile 2013, 19:32