Lupo, si vota l’undici marzo | Tutto dipenderà dalle Primarie

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15 Febbraio 2012, 07:54

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Domenica 11 marzo, una settimana dopo le primarie: sarebbe questa la data scelta dal Pd siciliano per discutere la sfiducia al segretario Giuseppe Lupo, presentata sabato scorso dalla corrente Innovazioni e dall’area Lumia-Cracolici. Una data non casuale, frutto di una mediazione, che fa della consultazione nei gazebo il vero banco di prova per la tenuta degli attuali assetti del partito.

Lo statuto, infatti, prevede che l’assemblea venga convocata entro 15 giorni a patto che ci siano le firme necessarie, ovvero il 20% dei 369 componenti. Un numero ampiamente superato dai filogovernativi; peccato però che lo statuto non ne imponga la celebrazione in tempi certi. Di qui il braccio di ferro fra Lupo e i suoi oppositori, che sarebbe stato risolto con un compromesso: non prima delle primarie, come chiesto da Lumia e Cracolici, ma nemmeno dopo le comunali, come proposto da Maurizio Migliavacca. Il presidente facente funzione dell’assise, Enzo Napoli, sta consultando le varie anime del partito per concordare la data e, al momento, tutti sembrano accettarla. La direzione di lunedì scorso, però, ha sancito le tensioni interne ai democratici, con i big che restano fermi sulle proprie posizioni.

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I rumors parlano di almeno cinque firmatari, dei 188, pronti a ritirare l’appoggio alla sfiducia, il che impedirebbe di raggungere il quorum di 185, ma la mozione potrebbe anche risultare superflua. Se la Borsellino vincerà le primarie, Lupo ne uscirà talmente rafforzato che la sfiducia diverrebbe assai improbabile; se invece le perdesse, la posizione del segretario si farebbe talmente difficile da “obbligarlo” a lasciare la poltrona.

Nel frattempo, però, il fuoco di fila tutto interno al Pd non sembra scemare. Ieri pomeriggio sono arrivate le dimissioni del coordinatore del tavolo delle primarie, Antonio Rubino. Non certo un dirigente qualsiasi: responsabile organizzativo provinciale, componente dell’ufficio di presidenza dell’assemblea regionale, considerato il più stretto collaboratore di Antonello Cracolici, la sua longa manus. Ecco perché il suo passo indietro assume un significato politico particolare: un chiaro segnale dell’insofferenza degli oppositori interni, che puntano il dito contro Lupo. “Voglio evitare che succeda a Palermo quanto accaduto a Napoli e Genova – dice Rubino a Livesicilia – in direzione, in modo inspiegabile, si è deciso di procedere a una votazione sapendo che si sarebbe spaccato il gruppo dirigente. Ho sentito venir meno l’unità del partito, ecco perché ho fatto un passo indietro”. Al suo posto è stato nominato Domenico Pirrone, area Lupo.

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15 Febbraio 2012, 07:54

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