29 Giugno 2022, 14:55
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PALERMO – A poco più di 24 ore dal termine ultimo per la presentazione delle candidature alle presidenziali del fronte progressista il M5S è ancora in attesa di un cenno da Roma. “Che sarà, che sarà della mia vita chi lo sa?” canticchia in queste ore il sottosegretario Giancarlo Cancelleri che attende da settimane la deroga al terzo mandato per correre alle primarie (stesso ritornello per i deputati Nuccio Di Paola e Luigi Sunseri che hanno messo sul tavolo la loro disponibilità a candidarsi).
L’ultimo appello pubblico Cancelleri lo aveva lanciato dalla sua Caltanissetta domenica. “Non dobbiamo perdere più tempo e sostenere con forza che Giuseppe Conte, con rispetto, entro il 30 di giugno scelga non solo il candidato che ci rappresenterà in maniera unitaria in questa competizione delle primarie ma ci dica anche i tempi e il metodo con il quale intende fare le liste provinciali per le Regionali. Altrimenti non stiamo parlando di niente”, aveva detto accompagnando il tutto con una profezia da Cassandra. “Se non vinciamo queste primarie il M5S finisce e non in Sicilia ma in Italia. E questo lo sanno bene a Roma”, aveva avvisato il sottosegretario dicendo una cosa scontata anche nella capitale: la Sicilia, al netto del crollo alle amministrative, rimane l’ultimo granaio di voti dei pentastellati. A Roma, intanto, si cercano nuove alchimie. Cancelleri è stato eletto due volte all’Ars ma dal 2019 ha ricoperto incarichi governativi di portata nazionale e questo elemento potrebbe essere il cavallo di Troia per espugnare il vincolo previsto dallo statuto (ipotesi sussurrata a più riprese nelle stanze che contano).
La cosa che lascia di sasso è che facendo un rapido giro di telefonate i vertici siciliani del Movimento sono del tutto ignari di quello che avverrà da qui a poche ore. Qualcuno è adirato per la mancata riunione di ieri, qualcun altro minaccia off record disimpegno alle presidenziali per la figura barbina fatta fin qui. Realisticamente a Roma Conte e soci si prenderanno tutto il tempo a loro disposizione per decidere. L’ultimo ostacolo tra Cancelleri e la deroga lo aveva piazzato Beppe Grillo in persona ieri (concetto ribadito oggi ai senatori) passando la palla all’ex premier Conte che adesso si dovrà assumere l’onere della decisione. E c’è chi ipotizza che potrebbe a sua volta scaricare la decisione sulla base da convocare in extremis per il voto. Sarà quel che sarà. Ma il tempo è tiranno e all’appello delle presidenziali 2022 manca ancora il nome del M5S. Gli avversari ringraziano.
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29 Giugno 2022, 14:55